Economia

Manovra, verso il via dell'Ue. Ma è in forse la "clausola migranti"

Governo appeso alla legge di Stabilità. Ora la palla è in mano alla Commissione Ue: è orientata a dare il via libera. Ma Bruetta accusa Renzi: "Mette la polvere sotto il tappeto"

Manovra, verso il via dell'Ue. Ma è in forse la "clausola migranti"

C’è "un buon clima" in Commissione, dopo una prima lettura della legge di stabilità. Qualificate fonti indicano che l’Italia è "più solida" del 2014 e "non ci sarà rinvio" della manovra al mittente entro la settimana, possibilità prevista dal six pack in caso di gravi mancanze. Resta aperta però la questione dello "sconto migranti". Una clausola che vale la bellezza di 3,3 miliardi di euro in più di flessibilità.

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan difende la manovra. "Come l’anno scorso continuiamo a fare una Legge di Stabilità in cui il deficit si riduce e il debito diminuisce dall’anno prossimo - dice - ma allo stesso tempo forniamo sostegno espansivo alle famiglie e alle imprese". In realtà, come fa notare Renato Brunetta, tutta la manovra, da 27 miliardi (modello base) o 30 miliardi (modello accessoriato), è in deficit: "Tanto nella parte in cui introduce nuove misure (trasferimenti e incentivi, tutti da discutere), quanto nella parte in cui cancella le clausole di salvaguardia (16,8 miliardi nel 2016), quanto, infine, nel sedicente taglio delle tasse (Imu, Tasi, Ires)". Il presidente dei deputati azzurri accusa Matteo Renzi di mentire sapendo di mentire: "Aumentando il deficit pubblico non solo il governo contravviene a quanto previsto dal fiscal compact e dal six pack, nonchè dall'articolo 81 della Costituzione, ma soprattutto mette la polvere sotto tappeto - incalza - rinviando agli anni venturi il risanamento dei conti pubblici italiani".

Adesso la palla passa a Bruxelles. Per la valutazione che la Commissione Ue dovrà pubblicare entro il mese di novembre, spiegano fonti europee, "molto dipende dalle scelte del governo sulle spese per i rifugiati". Secondo una primissima valutazione, l’esecutivo non sarebbe disposto a riconoscere "una nuova flessibilità" dello 0,2%, ma le maggiori "spese aggiuntive", soprattutto per l’eventuale costruzione di centri di accoglienza, potrebbero rientrare nella flessibilità già accordata all’Italia e dovrebbero essere "provate". Per quanto riguarda l’eliminazione della Tasi, fermo restando che l’orientamento generale della Commissione spinge per la tassazione sulla casa e sui consumi riducendo quella su lavoro e capitali, "la valutazione - viene spiegato oggi all’Ansa - dipende se essa fa aumentare il rapporto deficit-pil in modo sostanzioso" ma, con le cifre presentate, l’Italia "dovrebbe starci dentro". "L’abolizione della Tasi sulla prima casa e di altre imposte comunali sarà totalmente restituita ai comuni - promette Padoan - le coperture per tali operazioni sono nella legge di Stabilità". Altro motivo di confronto con la Commissione fino al momento del giudizio sarà il percorso di aggiustamento del bilancio.

Per questo punto sarà particolarmente rilevante la comunicazione sulle previsioni economiche del 5 novembre.

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