Economia

Marchionne fa scuola Anche Salini all'estero

Il general contractor si prepara a spostare la sede fuori dall'Italia. Ma prima cerca un grande socio internazionale

Lo stile Marchionne prende piede tra i grandi dell'industria italiana e dopo la Fiat e Gtech (ex Lottomatica) anche Salini Impregilo si prepara a lasciare l'Italia spostando la sede fuori dai confini nazionali. Un po' come è accaduto con la decisione di uscire da Confindustria, le scelte targate Marchionne sembrano fare scuola.

E l'ultimo, in ordine di tempo, a seguirne l'esempio è Pietro Salini, numero uno dell'omonima azienda di costruzioni che due anni fa ha scalato e conquistato Impregilo per poi integrarla. Sulle colonne del Financial Times , l'imprenditore romano spiega di «essere alla ricerca di acquisizioni allo scopo di internazionalizzare ulteriormente il gruppo. Una mossa con la quale potrebbe seguire Fiat spostando la propria sede centrale al di fuori dell'Italia». Una scelta, quella di passare prima da una grande fusione internazionale, che è stata adottata da Fiat con Chrysler e, di recente, dalla famiglia Boroli che dopo aver conquistato l'americana Igt ha dato vita a un colosso dei giochi con l'azienda di famiglia, la Gtech (ex Lottomatica). Per Fiat e Gtech la nuova sede fiscale sarà a Londra, mentre per Salini resta ancora da decidere.

«Possiamo iniziare a cercare opportunità di crescita. Non si tratterebbe di un altro concorrente in Italia: vorremmo trovare realtà provenienti da altre parti del mondo e che ci forniscano esposizione a nuovi mercati» spiega Salini (escludendo a priori Astaldi, da anni considerata sposa naturale). «Vorrei ottenere un'esposizione in quei Paesi dove possiamo crescere molto più velocemente, che sono un numero molto ristretto», aggiunge. E sebbene il manager smorzi un po' i toni sottolineando che «all'inizio dell'anno stava valutando di trasferire tutto», perchè era difficile rimanere con spread consistenti e tasse più alte che all'estero. E chiaro che un nuovo socio sarà il Cavallo di Troia per la nuova sede fuori Italia.

«Siamo una società sempre più internazionale ogni giorno che passa. Non escludo che lo faremo, prima o poi. Il nostro organico in Italia è molto ridotto rispetto ai 35.000 dipendenti che lavorano per noi complessivamente». Per non parlare del business che, per oltre l'85% dei ricavi (90% al 2016) si svolge fuori dai confini (in 50 diversi Paesi). In Italia, Salini Impregilo lamenta da tempo una mancanza di gare e opportunità ma è ancora «appesa» ad alcuni grandi progetti come il Terzo Valico, da anni in balìa degli umori del governo che stanzia a singhiozzo i finanziamenti; la metropolitana B1 di Roma, e 4 di Milano; la Salerno-Reggio Calabria; la Pedemontana e la Galleria di Base del Brennero.

Per non scordare la questione del Ponte sullo Stretto di Messina per la quale è in corso un contenzioso proprio con lo Stato.

Commenti