Economia

Marchionne: "I dazi Usa peseranno sulla Ferrari"

Carte ancora coperte sul futuro ad di Fca. Ok alla Jeep in Italia. Moody's promuove il gruppo

Marchionne: "I dazi Usa peseranno sulla Ferrari"

Pierluigi Bonora

Ginevra Sergio Marchionne, al Salone dell'auto di Ginevra pronto a svelare le novità al pubblico, usa la solita tattica: sul futuro del Lingotto dice e non dice, in modo da creare sempre più aspettative per l'Investor Day dell'1 giugno, a Balocco. «In quella occasione - afferma - ad assistere all'incontro ci sarà anche il mio successore, il cui nome lo riveleremo però più avanti». Marchionne ribadisce che nel 2019 lascerà la guida operativa di Fca e anticipa che a Balocco pensa di indossare la cravatta, un segnale che gli obiettivi al 2018 sono stati raggiunti in anticipo. «Ma la cravatta - puntualizza - la metterò solo per qualche secondo».

Intanto, Moody's dà fiducia all'ad di Fca: alzato da «Ba3» a «Ba2» il corporate family rating e da «B1» a «Ba3» il giudizio sulle obbligazioni emesse o garantite. «L'upgrade di Fca - spiega l'agenzia - riflette i significativi miglioramenti dei parametri finanziari negli ultimi tre anni, specialmente la riduzione della leva finanziaria». L'outlook cambia, invece, da positivo a stabile. Nell'incontro con la stampa, Marchionne parla anche della minaccia di dazi da parte della Casa Bianca e avverte che sui conti di Ferrari potrebbero impattare per almeno 200 milioni. E al Financial Times che nei giorni scorsi aveva riportato l'indiscrezione sull'addio di Fca al diesel nel 2022, da Marchionne è arrivata più di una mezza conferma: «Sembra che il pubblico - così l'ad - si stia staccando dal diesel e, alla luce delle nuove normative, i costi saranno troppo alti per mantenerci in tale settore. Diminuiremo la dipendenza da questo motore nel futuro. Lo dobbiamo fare, non abbiamo scelta».

Buone notizie, inoltre, per Pomigliano. Marchionne non ha infatti escluso la produzione in Campania di un modello Jeep, marchio sempre più centrale nelle strategie di gruppo. Non è invece ben chiaro il piano sul brand Fiat che, comunque, «resta un simbolo e bisogna conservarlo». «Ma è vero - ha aggiunto l'ad - che dobbiamo essere molto cauti a non correre dietro al mercato di massa in Europa, perdendo margine. La famiglia 500 sarà il motore Fiat nel Vecchio continente e la Panda continuerà a essere un elemento importante». Qualche nube su Tipo, anche se il modello è molto apprezzato. «La concorrenza che incontriamo in Europa su questo segmento - precisa il top manager - ci impone di essere prudenti». Sulle voci di un interesse per Fca da parte dei cinesi di Geely, Marchionne non entra nel merito e dice: «Non sono così negativo sulle prospettive degli investitori cinesi, credo che entreranno sul mercato e svolgeranno un ruolo importante».

Il capitolo Ferrari: con l'arrivo del Fuv, il crossover esclusivo in fase di preparazione, il Cavallino galopperà nel 2022 oltre le 10.

000 unità, mentre il prossimo anno, al Salone di Francoforte, sarà presentata la prima supercar ibrida di serie.

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