Economia

Per Marchionne si apre il fronte Usa

Il mercato più importante di Fca è in frenata e le vendite in calo. L'incognita Trump

Per Marchionne si apre il fronte Usa

Manca poco all'inizio del 2017 e, come da tradizione, sono gli Stati Uniti ad accendere i motori del nuovo anno con due importanti eventi in gennaio: il Ces di Las Vegas, il grande Salone delle tecnologie sempre più sbilanciato verso l'auto, e il più istituzionale North American Auto Show di Detroit. Nemmeno il tempo di fare il punto sul 2016, e già il settore è proiettato al 2017 e oltre. Guida autonoma, connettività, digitalizzazione e mobilità elettrica saranno i denominatori comuni delle due rassegne, con il Consumer Electronics Show del Nevada più votato alla spettacolarizzazione delle anteprime, tra cui la Chrysler Pacifica tutta elettrica di Fca.

Ces e Naias, con le varie novità sugli stand, non saranno però gli unici temi automobilistici d'inizio anno: il mercato guarda infatti con attenzione al 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, e a suoi progetti bellicosi sulla delocalizzazione delle produzioni di auto in Messico, nonché al tipo di politica ambientale che deciderà di adottare. La Casa Bianca di Washington non è la Trump Tower di New York, e non solo per il colore e gli arredamenti; ecco perché c'è chi si attende un abbassamento dei toni da parte del tycoon, peraltro già in corso. Smontare accordi commerciali, come quello del Nafta, non è cosa che si può fare in poche settimane. E nel frattempo, può accadere di tutto.

C'è poi il tema delle vendite di automobili negli Usa, la cui frenata si tocca con mano: il 2016 dovrebbe comunque chiudersi con un buon risultato: 17,5-18 milioni di immatricolazioni. Ma il futuro resta incerto, visto che le proiezioni danno, per il 2018, un dato tra 16 e 17 milioni. La richiesta in crescita di Suv a scapito delle berline compatte e dei minivan, complice anche il prezzo basso della benzina, insieme al rallentamento della domanda retail, hanno portato Gm, Ford e Fca a programmare riduzioni della produzione nel primo trimestre del 2017, anche per alleggerirsi delle scorte dei modelli meno richiesti (i marchi di Fca, a fine novembre, contavano stock disponibili per 92 giorni, 13 in più rispetto al 2015 e 19 in più rispetto alla media dell'industria). Fca ha già comunicato che nella prima settimana di gennaio chiuderà due impianti in Canada, tra cui quello che produce proprio il minivan Pacifica protagonista a Las Vegas (100 i modelli già destinati ai test di Waymo, l'azienda di Alphabet che ha raccolto l'eredità della Google Car).

La prossima settimana, intanto, si conosceranno i dati delle vendite negli Stati Uniti relative a dicembre. Per Fiat Chrysler Automobiles alcuni analisti prevedono un nuovo calo intorno all'11% (-10% in ottobre e -14% a novembre), mentre General Motors dovrebbe crescere del 3%. L'abbattimento delle vendite riguardanti le flotte, insieme al calo del retail, nonostante la presenza di incentivi allettanti, sarebbero tra le cause dell'atteso nuovo stop del gruppo guidato da Sergio Marchionne. Fca, inoltre, deve fare i conti con il richiamo di 50mila tra Suv e crossover per problemi legati al sistema di combustione del motore, mentre l'Autorità americana sul traffico e la sicurezza stradale ha avviato un'indagine su un milione di pick-up Ram e Suv Dodge recenti: veicoli con questi marchi si sarebbero mossi dopo essere stati parcheggiati.

A Detroit, il 9 gennaio, Marchionne farà il punto della situazione negli Stati Uniti, mercato core per i profitti di Fca, e più in generale sui progetti del gruppo, anche nel campo delle motorizzazioni elettriche fino a poco tempo fa poco considerate dal Lingotto, soprattutto per i costi aggiuntivi: 14mila dollari ad autovettura.

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