Economia

Mediaset, il cda autorizza ad «alzare il tiro» su Vivendi

Il gruppo tiene la linea dura e non aspetterà a lungo: i vertici potranno agire per l'esecuzione del contratto

Maddalena Camera

Il cda di Mediaset svoltosi ieri non ha ricevuto alcuna nuova proposta da Vivendi relativamente al contenzioso in atto sulla pay Tv Premium. Per questo motivo ha dato mandato al management di intraprendere, se opportuno, nuove azioni per ottenere l'esecuzione del contratto in maniera tempestiva.

Il che vuol dire che i legali del Biscione potrebbero chiedere il ricorso alla procedura d'urgenza (ex articolo 700) o esplorare altre scenari per ottenere l'esecuzione del contratto. Mediaset comunque, al termine del consiglio non ha stilato nessun comunicato ufficiale. Ma, secondo indiscrezioni, il clima resta battagliero.

I consiglieri che non si vedevano dal 28 luglio scorso sono stati aggiornati su tutti gli eventi accaduti, dopo che Vivendi ha annunciato di non voler rispettare l'accordo di aprile per l'acquisto della pay tv Premium. Al termine della riunione la linea decisa comunque sarebbe chiara: nessuno sconto a Vivendi che vorrebbe rinegoziare il contratto già firmato ad aprile. Nel corso della riunione i consiglieri hanno espresso apprezzamento per l'efficacia e la tempestività delle azioni messe in atto dalle direzioni aziendali già a partire da fine luglio sulla vicenda Premium. La fermezza dell'azienda sul chiedere alla società guidata da Vincent Bollorè il rispetto del contratto ha portato all'azione legale.

Così Mediaset, e anche la controllata Fininvest, hanno fatto causa ai francesi circa un mese fa chiedendo 50 milioni di danni per ogni mese di mancata esecuzione del contratto e indicando in 1,5 miliardi il danno complessivo nel caso in cui l'accordo non fosse onorato. La prima udienza è fissata per il 21 marzo presso il Tribunale di Milano. Sempre secondo indiscrezioni comunque la società guidata da Pier Silvio Berlusconi non è certo intenzionata ad attendere troppo a lungo. Se nulla accadrà anche nelle prossime 4-6 settimane, la società opterà per il ricorso d'urgenza che comunque non condiziona l'esito dela causa. L'accordo dovrebe diventare operativo dal 30 settembre prossimo.

I termini dell'intesa prevedevano lo scambio azionario di un pacchetto del 3,5% del capitale e la vendita della quota del Biscione nella pay-tv Mediaset Premium: l'89% della pay-tv, mentre il restante 11% acquistato dagli spagnoli di Telefonica sarebbe arrivato in un secondo momento. Vivendi ha giustificato la scelta di non perfezionare gli accordi perchè dalla due diligence successiva alla firma sarebbe emerso che le cifre fornite non erano realistiche. La pesante accusa è stata respinta da Mediaset che ha anche presentato un ricorso davanti all'Amf, la Consofb francese.

Ieri il titolo del Biscione è salito dello 0,58%.

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