Economia

Mediobanca «glissa» sul voto multiplo

Il cda guarda alle mosse degli altri istituti. Le regole Ue sui requisiti di capitalizzazione

Mediobanca «glissa» sul voto multiplo

Mediobanca ha avviato i lavori per riformare lo statuto lasciando, per ora, in sospeso il dossier sul «voto multiplo». Una rivoluzione che permette alle società quotate (o in via di quotazione) di emettere azioni a voto maggiorato per i soci stabili cambiando, di fatto, volto alla governance tradizionale. Secondo fonti vicine agli azionisti di Piazzetta Cuccia, ieri il board ha affrontato il tema dell'adeguamento alle regole Ue, con riferimento alle direttive Crr/Crd4 che riguardano i requisiti di capitalizzazione. «Queste regole - spiega una fonte - non porteranno variazioni al bilancio», tuttavia i consiglieri devono «rivedere tutti i numeri alla luce del fatto che dal 4 novembre siamo sotto la sorveglianza della Bce». Una revisione a tutto campo che riguarda anche «gli indici di liquidità e di capitalizzazione». In pratica, è stato constatato all'interno del cda, «che i regolatori sono preoccupati più della liquidità che del conto economico e preferiscono che uno guadagni poco, ma che abbia tanti soldi in tasca». Sulla questione sono previsti nuovi incontri, anche se patto e cda si riaggiorneranno solo a febbraio. Quanto al voto multiplo, si tratta di una questione che «non è mai stata discussa all'interno del patto» e nemmeno ieri in consiglio. «È stato pensato dal governo per le Pmi familiari che si quotano - viene fatto notare - e Mediobanca è un'altra cosa». In ogni caso, azionisti e consiglieri staranno a guardare sfruttando anche il fatto che Piazzetta Cuccia chiuderà l'esercizio a fine giugno. In pratica, la strategia adottata dalla banca sulla questione è «vedere prima quello che fanno gli altri». Così, dopo il parere positivo sulla riforma espresso dall'Abi, la merchant bank attende ora di vedere come si comporteranno gli altri grandi istituti di credito.

Al momento, Unicredit ha fatto sapere di essere pronta a valutare il voto multiplo, mentre per Generali, di cui Mediobanca è primo azionista con il 13% del capitale, sembra escluderlo.

In Borsa, ieri, Mediobanca ha chiuso la seduta in rialzo del 2,39% a 6,84 euro, poco prima del verdetto di Standard & Poor's che ha tagliato il rating a BBB-, con outlook stabile.

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