Economia

Michelin, 180 milioni per rafforzarsi in Italia

Più focus nell'alta gamma. Sfida a Pirelli

Pierluigi Bonora

Venezia Offensiva di Michelin in Italia: il secondo produttore mondiale di pneumatici con un giro d'affari, nel 2015, di 22 miliardi di dollari, e numero uno in Italia, dove produce da 110 anni, ha in corso un investimento di 180 milioni di euro. L'iniezione di risorse punta a migliorare l'efficienza degli impianti produttivi (Cuneo e Alessandria) e ad adattare il polo industriale italiano al nuovo contesto internazionale. «L'obiettivo - spiega il presidente Lorenzo Rosso - è di creare valore in Italia e consolidare la nostra leadership». Michelin, inoltre, lancia un segnale importante a Pirelli, il cui core business riguarda l'alto di gamma: a Cuneo è previsto entro il 2020 un aumento del 17% dei volumi produttivi, «e la maggior parte di questo incremento - precisa Rosso - riguarderà l'alto di gamma».

Michelin ha dedicato un'intera giornata a spiegare la propria «Formula Italia» e i suoi nuovi obiettivi dettati dal piano strategico che, in pochi anni, dovrà rendere più competitiva la realtà italiana (nel 1906 la Casa francese realizzò a Torino il suo primo impianto fuori confine).

In Italia, ora, Michelin ha 4.300 dipendenti che salgono a 9.900 se si contano anche i posti creati nell'indotto. Nel 2015 sono stati sfornati dalle fabbriche italiane oltre 13 milioni di pneumatici.

Il piano al 2020 ha previsto la riorganizzazione del lavoro, ora incentrata su Cuneo, che resta il maggior sito produttivo in Europa Occidentale per pneumatici auto, e Alessandria, dove crescerà del 20% la produzione di gomme per autocarro. Per il personale di Fossano (Torino), impianto che chiuderà entro il 2017, gli accordi sindacali firmati a fine 2015 prevedono prepensionamenti, riqualificazione esterna e la ricollocazione di 362 persone negli altri siti del gruppo, anche all'estero. «Il rispetto delle persone - afferma Rosso - è per noi fondamentale. E in tutti questi anni Michelin ha costruito un rapporto costruttivo con i sindacati.

Il gruppo continua a scommettere sull'Italia e su un polo estremamente reattivo e rapido alle evoluzioni del mercato».

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