Economia

Mps, gli esuberi sono 8mila chiudono 550 sportelli

Monte Paschi chiuderà altre 150 filiali, dopo le 400 rottamate a settembre, e taglierà 3.400 addetti in più rispetto ai 4.640 previsti per strappare all'Europa il permesso di tenere in pancia i 4 miliardi versati dal Tesoro tramite i Monti bond.
La cura d'urto è stata approvata dal consiglio di amministrazione, insieme all'aumento di capitale da 2,5 miliardi e all'impegno a ridurre da 23 a 17 miliardi i Btp stipati in magazzino.
In parallelo i top manager, a partire dall'ad Fabrizio Viola, accettano un tetto di 500mila euro allo stipendio «fino al completamento dell'aumento di capitale o al rimborso integrale» dei Monti bond: è il limite posto dall'Ue per le società che hanno ricevuto aiuti di Stato.
La sola riduzione del personale vale per Rocca Salimbeni 500 milioni, cui sommare risparmi amministrativi per 440 milioni. L'assenso europeo è però temporaneo: la road map prevede che Mps rimborsi 3 miliardi di Monti Bond entro il 2014, il 70% del totale. Se tutto andrà come atteso, nel 2017 il Monte avrà 900 milioni di utile, una redditività del 9% in termini di rote e una solidità patrimoniale del 10% come Cet1 (il nuovo Core Tier 1). Positiva la reazione della Borsa dove, ancora prima che fosse ufficializzato il piano, il titolo ha chiuso con uno strappo del 6,2% a 23 centesimi.
Dopo due ore e mezza di discussione il board, da cui si è dimessa Tania Groppi, ha quindi dato via libera al nuovo piano: le filiali da sacrificare salgono a 550 e a 8mila gli addetti in eccesso su un bacino di 32mila persone, contro i 4.640 previsti dal precedente progetto (di cui 2.700 già usciti). La ricerca di un partner per esternalizzare il back office dovrebbe invece concludersi questo mese così come, dopo la cessione di BiverBanca a Cr Asti, restano in vendita le attività di leasing e di credito al consumo. Gli esuberi saranno quindi gestiti con altri prepensionamenti tramite il Fondo esuberi: oggi il vertice con i sindacati. Il dato politico è, tuttavia, un altro: dopo questo taglio al personale, è probabile che Mps debba rivedere la propria operatività, diventando il «laboratorio», dove sarà plasmato un nuovo modello di banca post-crisi, integrato con il web; lo stesso cui punta l'Abi con la disdetta del contratto.
Viola ha sottolineato agli analisti come, con il piano, si apra «la seconda fase» del rilancio di Rocca Salimbeni, dopo la «profonda riorganizzazione» finora portata a termine. Sulla stessa linea il presidente Alessandro Profumo, secondo cui l'attuale progetto «consente di accelerare» il risanamento delle banca nell'interesse di tutti gli stakeholder.
Risolto lo stallo con la Ue, il cui via libera definitivo è atteso entro il 14 novembre (quando sarà diffusa la trimestrale), la priorità a Siena resta trovare uno o più soci industriali che aiutino a coprire i 2,5 miliardi dell'aumento, anteponendosi alla Fondazione Mps, ancora titolare del 33% della banca ma immobilizzata dai debiti. Uno sforzo notevole, in vista del quale Profumo ha già spinto l'assemblea dei soci a rimuovere il tetto di voto al 4%.

In mancanza di mezzi freschi scatterebbe infatti la conversione dei Monti bond in azioni, e quindi una sostanziale nazionalizzazione.

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