Economia

Mps è già salva, le venete ancora no

È il messaggio che arriva da Bce e Commissione Ue. Manca il "pressing" del Tesoro

Mps è già salva, le venete ancora no

Daniele Nouy e Margrethe Vestager. Ovvero il capo della Vigilanza della Bce e il commissario Ue alla Concorrenza. Sono le due «lady» di ferro dell'Europa da cui dipendono le sorti del Monte dei Paschi e delle ex popolari venete, Ieri, hanno parlato entrambe.

La Nouy ha finalmente dato una notizia non scontata che libera la strada all'intervento statale: «Mps è solvibile, altrimenti non staremmo discutendo sulla ricapitalizzazione precauzionale» ed è «nelle fasi finali dei colloqui con la Commissione Ue» per il piano di salvataggio, ha detto nel corso di una conferenza stampa a Francoforte sottolineando che una decisione «ci sarà presto» e che relativamente al piano messo a punto dall'ad Marco Morelli, «la questione sulla solvibilità dell'istituto rappresenta il punto di partenza ed è un tema già risolto». A febbraio si è chiusa un' ispezione della Bce sui crediti dell'istituto, il cui verdetto non è ancora noto. Ma nel bilancio 2016 veniva specificato che «gli esiti finali saranno considerati dall'autorità ai fini della valutazione di solvibilità della banca». Risolto il dossier del Monte, toccherà a Pop Vicenza e Veneto Banca sulla cui richiesta di intervento statale «la Bce ha già iniziato a fornire informazioni alla Commissione», ha poi aggiunto la Nouy passando dunque la palla alla Vestager. Che da Bruxelles, però, ieri ha risposto così a chi le chiedeva se il lavoro su Mps sarebbe terminato prima o dopo l'estate: «La cosa positiva di non avere una scadenza è non avere una scadenza». Poi, il Commissario Ue ha rilanciato la palla nel campo della Nouy perché «nella vicenda delle banche italiane il principale protagonista è il supervisore» della Bce, mentre la Commissione si limita a verificare la legalità degli aiuti di Stato». In mezzo a tutti questi rimbalzi ci sono le tre «malate» del sistema. Interpretando i segnali di fumo arrivati da Francoforte e Bruxelles, il messaggio sembra questo: Mps è salvo, le due venete ancora no.

Oggi scadono i termini per aderire alle offerte di transazione ai soci «azzerati» messe sul tavolo dai vertici di Vicenza e Montebelluna. L' «ora x» è fissata per le 13.30, qualche ora prima si riuniranno i cda delle due banche per approvare i conti 2016. La soglia del 70% sarebbe stata superata e ciò consentirà di arginare gli accantonamenti in bilancio per gli eventuali rischi legali. Il problema è che ancora la Bce non si è espressa sul fabbisogno di capitale delle due banche. Non c'è una scadenza prefissata ma senza quel numero, si complicano anche le trattative con il fondo Atlante che potrebbe garantire un nuovo supporto privato al salvataggio partecipando all'aumento e tutelando così il proprio investimento dopo aver impegnato a Nordest 3,5 miliardi. O anche con altri soggetti disposti a scommettere sul rilancio delle due ex popolari.

Di certo, a premere il bottone del salvataggio devono essere in tre: Bce, Commissione Ue e il Tesoro. Secondo molti osservatori, il ministro Pier Carlo Padoan dovrebbe scendere in pressing su Nouy e Vestager facendo capire che queste banche vanno salvate dal bail in a qualsiasi costo.

O, come diceva Mario Draghi, «whatever it takes».

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