Economia

Mps sull'ottovolante, la Borsa teme l'aumento

Rimbalza Carige (+7%) ma per Malacalza rosso potenziale di 100 milioni

Camilla Conti«Il governo non intende intervenire né su Monte dei Paschi di Siena né su Banca Carige, istituti che avranno un futuro importante», ha detto ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Parole che nelle sale operative sono suonate come un inquietante stai sereno al mercato dopo il tracollo in Borsa di lunedì. Anche ieri i titoli delle due banche sono rimasti sull'ottovolante: la seduta si è aperta con un tentativo di rimbalzo per poi registrare una nuova caduta seguita da un'improvvisa fiammata. Tutto nella mattinata e con scambi molto intensi nonostante su Mps, Consob abbia anche vietato le vendite allo scoperto per arginare la speculazione. In chiusura, le azioni della banca senese hanno segnato un +0,27% a 0,92 euro (0,93 l'ultimo prezzo di lunedì') mentre Carige è balzata del 7,6% restando comunque sotto quota 1 euro (0,96). Segno che nonostante le ricoperture gli investitori ritengono ancora fragili le posizioni patrimoniali dei due gruppi, sorvegliati speciali del sistema bancario tricolore in epoca di bail in. Sul fronte della qualità dell'attivo, spaventa inoltre l'incidenza dei crediti deteriorati netti sul patrimonio netto tangibile, soprattutto per quanto riguarda il gruppo di Rocca Salimbeni. Senza dimenticare la mina dei bond subordinati che anche ieri hanno accusato forti cali su un mercato in cui è sparito il supporto degli istituzionali solitamente più freddi rispetto ai più emotivi investitori retail. Sul mercato torna dunque ad agitarsi lo spettro di un nuovo aumento di capitale. L'ennesimo, per entrambi gli istituti e soprattutto per il Monte (sarebbe il quarto dal 2011). A meno che, attraverso l'iniezione di liquidità, non si palesi finalmente il partner che poi accompagnerà la banca senese verso l'altare della rinascita.A Genova, dove il ribasso del titolo è stato attribuito a operazioni speculative non correlate all'andamento operativo del gruppo, i soci seguono con attenzione il grafico sull'andamento del titolo da inizio anno. Soprattutto la famiglia Malacalza che su Carige ha investito circa 240 milioni per arrivare al 17,58% quando le azioni viaggiavano attorno a 1,6 euro per azione. Quindi al momento la perdita si aggira virtualmente sul centinaio di milioni. La scommessa era partecipare al valzer delle popolari ma l'istituto ligure sembra rimasto a bordo pista. Almeno al momento. Perché gli scambi record in Borsa degli ultimi due giorni restano sospetti. Alcuni analisti puntano il dito sull'altro socio (al 5%), il patron della Pro Recco Gabriele Volpi, che potrebbe aver deciso di uscire dalla partita.

Ma per qualcuno che vende c'è sempre qualcuno che compra, e allora chi? Ieri, intanto, alle parole del premier Renzi si sono aggiunte quelle del presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna: «Il nostro ruolo non è quello di salvare il sistema bancario italiano che per noi è un partner», ha detto in un'intervista radiofonica da New York.

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