Economia

Muzinich lancia un fondo da 200 milioni di euro per le piccole e medie imprese italiane

Muzinich, società di intermediazione finanziaria di diritto statunitense (con sede europea a Londra), specializzata in bond ad alto rendimento, ha creato un fondo da 200 milioni di euro destinato alle società italiane che sceglieranno le emissioni obbligazionarie come linea di finanziamento. Il collocamento dei bond avverrà presso fondi pensione, società di assicurazione e altri investitori istituzionali. Le obbligazioni emesse da Pmi italiane a cui Muzinich è interessata, avranno una durata che potrà variare da 5 fino a 10 anni. La cedola dei bond dovrebbe essere leggermente superiore per compensare il fatto che vengono emessi da società con fatturato limitato, ossia tra 100 e 400 milioni di euro. 

 

“Non siamo interessati ai bond di aziende in difficoltà”, precisa Ersilia Molnar di Muzinich, “ma a gruppi in salute che, nonostante ciò, in questo momento fanno fatica a farsi finanziare dalle banche”. Con la crisi attuale, infatti, le linee di credito degli istituti bancari si stanno drasticamente riducendo e le società estere intravvedono interessanti opportunità nel Belpaese. Il fondo di Muzinich, non a caso, si chiamerà Italian opportunities fund. 

 

«Conosco l’Italia e ammiro la capacità imprenditoriale di aziende medio-piccole che sono capaci di essere leader mondiali” afferma George Muzinich, fondatore e presidente -. Noi ne finanzieremo lo sviluppo con uno strumento che garantisce condizioni migliori del normale credito bancario a breve, oggi fra l’altro sempre più scarso, ma senza interferire con la proprietà come succede aprendo l’azionariato al capitale di rischio». Il nuovo prodotto finanziario di Muzinich ha un obiettivo di raccolta di 200 milioni presso investitori istituzionali italiani e internazionali, ha nel mirino emissioni obbligazionarie di aziende fino a 500 milioni di fatturato con controllo familiare e propensione all’export, si orienta su emissioni di durata compresa fra 7 e 10 anni e fino a un valore di 10-15 milioni. Sarà operativo entro i primi mesi del 2013. «Partiamo dall’Italia — spiega il presidente — perché ci sembra il Paese europeo più dinamico e quello dove il problema dell’eccessiva

 

bancarizzazione dei debiti sia più sentito. Ma il nostro progetto è europeo». I suoi fondi «high yeld» hanno avuto risultati quasi come l’indice di Borsa S&P (527% in vent’anni, pari a un risultato medio annuo del 9,6%), ma con una volatilità del 6% soltanto.

 

L’iniziativa di Muzinich si inserisce nel nuovo quadro economico-finanziario e normativo. Basilea III ha introdotto infatti una nuova e più stringente regolamentazione del capitale di vigilanza delle banche apportando anche modifiche sostanziali in tema di approvvigionamento di risorse. 

 

Basilea III si inserisce in un generale contesto di iniziative regolamentari e normative volte ad assicurare che le banche italiane possano mantenere o migliorare i propri credit ratings solo mediante una riduzione dei propri assets.

Ad oggi le banche italiane non hanno ancora proceduto a dismissioni significative di assets in sofferenza e la generale aspettativa é che le banche riducano gli assets performing prima di procedere alla vendita di quelli in sofferenza. La risultante delle modifiche regolamentari e delle dinamiche di cui sopra é una significativa riduzione delle risorse bancarie disponibili per finanziamenti a piccole e medie imprese. 

Se si considera che ad oggi i finanziamenti bancari rappresentano circa il 80% dei finanziamenti complessivi di cui si avvalgono le piccole e medie imprese italiane risulta evidente che sta per verificarsi un cambiamento sistemico delle fonti di approvvigionamento di finanza per le imprese.

La carenza di liquidità nel sistema offre limitate alternative di accesso a risorse finanziarie per piccole e medie imprese Italiane se si considerano alcuni dati importanti. Solo 325 aziende sono quotate in mercati regolamentati, le emissioni di obbligazioni collocate senza ricorso a offerte pubbliche (private placements) costituiscono una reale alternativa solo per le società con rating da "investment grade" e le emissioni offerte al mercato degli investitori istituzionali sono riservate di fatto a società con un Ebitda superiore ai 50 milioni di euro. Il decreto Sviluppo intende fare fronte alle esigenze create dalla carenza di liquidità nel mercato offrendo alle imprese strumenti innovativi per accedere a nuovi canali di credito in una realtà dove vi sono circa mille imprese con fatturato tra i 50 milioni e i 3 miliardi di euro. 

La strategia di investimento che Muzinich vorrebbe implementare si colloca nell'ambito di questa evoluzione del mercato e della normativa.

L'idea è quella di mettere a disposizione finanza in maniera flessibile a seconda delle esigenze e della struttura di capitale prescelta, da finanza senior assistita da garanzie reali a finanza junior non garantita in società in equilibrio economico e finanziario con prospettive di crescita e con Ebitda compreso tra i 10 e 50 milioni di euro.

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