Economia

Niel spinge i titoli Gedi (+5%). Ma l'intesa ora è un giallo

La società francese non ha il profilo per un accordo editoriale internazionale, che però piace al mercato

Niel spinge i titoli Gedi (+5%). Ma l'intesa ora è un giallo

Il titolo Gedi, che è il nuovo nome del gruppo Espresso dopo la fusione con La Stampa, ieri ha guadagnato in Borsa il 5 per cento. Un balzo, che in alcuni momenti ha sfiorato anche l'8%, dovuto alla voci riprese dal quotidiano MF circa l'interesse del gruppo francese Iliad per un'operazione con Gedi.

Xavier Niel, il principale azionista di Iliad, è l'azionista di riferimento a titolo personale di Le Monde (salvato nel 2010) e di Le Nouvel Observateur e sarebbe intenzionato a creare un gruppo europeo dei quotidiani (entrando anche in Spagna), che coinvolgerebbe appunto Gedi. I contatti sarebbero addirittura avanzati, con l'ok di massima dei De Benedetti (primi soci del gruppo Cir, che a sua volta controlla Gedi con il 45,7%), che vedrebbero ridursi la propria quota, mentre Exor (che detiene il 6,2%) potrebbe valutare di aumentare la propria all'interno di un gruppo che così assumerebbe un profilo internazionale ed europeo.

La Consob già in mattinata ha chiesto ai vertici di Gedi, guidati dall'ad Monica Mondardini, di fornire spiegazioni. E queste sono arrivate con un comunicato di smentita che la stessa Mondardini ha voluto particolarmente secco: Gedi gruppo editoriale «comunica che le indiscrezioni di stampa relative a presunti progetti internazionali della società sono prive di fondamento». Fine della storia? Non per il mercato che, come detto, ha tenuto il titolo Gedi sugli scudi.

Il punto è che un accordo per la formazione di un gruppo editoriale europeo, dentro al quale Gedi porterebbe in dote l'informazione italiana, è una possibilità naturale nella prospettiva di Gedi che fin dalla nascita ha affidato a Repubblica il ruolo di polo nazionale, fisiologicamente aperto a entrare in un network europeo; e a la Stampa il riferimento del polo dell'informazione locale (con Secolo XIX e le testate Finegil). Dopodiché il gruppo di Niel non sembra avere le caratteristiche ideali: non è conosciuto nelle stanze Espresso-Exor, è poco multimediale e troppo di nicchia. Mentre appare più probabile che sia stato lo stesso editore francese a cercare visibilità nel momento in cui sta per entrare in Italia con la sua società di tlc. E sta incontrando una forte resistenza da parte di gestori già in attività, come la vicenda bollette-Antitrust ha dimostrato. Che poi il futuro di Gedi sia quello di accasarsi con un gruppo internazionale non è per l'appunto una stranezza. Anzi, in fin dei conti fa parte di quella concentrazione del settore che coinvolge un po' tutti gli operatori di questo settore nel mondo intero. Una concentrazione che Gedi ha già fatto e prima di altri in Italia.

Dove, per limiti Antitrust, non potrà andare oltre.

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