Economia

Nuova proposta sui cantieri Stx: Parigi ci prova, ma è un bluff

Il ministro Le Maire: "Riprenderò i negoziati nel fine settimana". Però non ha niente da mettere sul piatto

Nuova proposta sui cantieri Stx: Parigi ci prova, ma è un bluff

«Desidero raggiungere un accordo con gli amici italiani sui cantieri entro la fine di settembre pertanto, riprenderò i negoziati con la controparte italiana alla fine della settimana», ha assicurato lunedì sera in tv il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, annunciando una nuova proposta da mettere sul piatto di Roma in vista del il vertice del 27 settembre tra i capi di governo per colmare le differenze sulla vendita di Stx a Fincantieri. Nessun dettaglio, Le Maire ha solo accennato genericamente a nuove forme di cooperazione nel settore della difesa navale aggiungendo che comunque senza un accordo «la nazionalizzazione resterà valida».

La mano tesa da Parigi è solo un bluff, riferiscono fonti interpellate dal Giornale, perché i francesi non hanno niente da proporre. Le posizioni restano distanti, al netto delle parole: l'Eliseo ha temporaneamente nazionalizzato i cantieri, bloccando il passaggio a Fincantieri che aveva già in mano un accordo per acquisire il controllo di Stx dall'ex proprietaria coreana, andata in fallimento. I francesi ora allettano il governo con l'alleanza sia in campo civile sia militare come è stato fatto con Airbus nell'aeronautica, ma non cambiano l'offerta messa sul piatto ovvero un capitale di Stx diviso a metà con la guida operativa agli italiani. Gli italiani ricordano che i giochi erano ormai fatti ma sono stati ribaltati da Macron e ribadiscono che senza la maggioranza su Saint Nazaire rien ne va plus. Con il risultato che fino al vertice del 27 il capitale di Stx rimarrà «congelato».

Cosa potrebbe sbloccare la trattativa? Nella proposta «fifty-fity» di Parigi, Fincantieri avrebbe il 50% di Stx, lo Stato francese il 33%, un altro 2% verrebbe dato ai dipendenti del cantiere ma il restante 14,6% andrebbe alla Naval Group. Che fino a giugno si chiamava Dcns. La società è controllata per due terzi dal governo francese e per il restante dalla multinazionale Thales, che costruisce navi militari (compresi i sottomarini) e che con Fincantieri ha un rapporto consolidato avendo sviluppato insieme i programmi Orizzonte e Fremm. Quando ancora era in sella il presidente Hollande, l'Eliseo avrebbe voluto usare proprio Dcns come «fermaporta» all'avanzata tricolore nel capitale di Stx. Ma la stessa ex Dcns sarebbe a sua volta entrata da tempo nel mirino del gruppo guidato da Giuseppe Bono. Il futuro ruolo di Naval Group potrebbe dunque essere la chiave di volta del negoziato: se Fincantieri se la comprasse, porterebbe un socio oggi in quota francese nella metà campo italiana di Stx. Conquistandone la maggioranza. Solo una suggestione? Vedremo.

Di certo la partita dei cantieri si intreccia con quella delle tlc fra Vivendi e Mediaset.

E le carte su entrambe i tavoli restano ancora tutte coperte.

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