Economia

Ovs promette l'utile nel 2015 e con l'«Ipo» dimezza il debito

La catena di abbigliamento in Borsa dal 2 marzo. Sul mercato fino al 49,3% del capitale. La forchetta tra 4 e 5,40 euro per azione

La Borsa aspetta Ovs al 2 marzo: all'appuntamento, rimandato nell'ottobre scorso per l'instabilità dei mercati, il gruppo promette di presentarsi con conti di nuovo in utile dopo tre «rossi» consecutivi. Ovs «sarà in utile già nell'esercizio 2014 (chiuso il 31 gennaio 2015), e a maggior ragione lo sarà nel 2015», ha indicato Stefano Beraldo, ad di Ovs e Coin. «Tutti i soldi del collocamento restano nel gruppo - aggiunge - e potranno essere usati per rinforzare la situazione patrimoniale e accelerare la strategia di crescita». Solo «la piccola parte di secondario andrà a Coin come pagamento di un debito infragruppo», precisa Beraldo. Il futuro sarà poi improntato alla crescita, soprattutto in Italia, al ritmo di 30-40 negozi l'anno, ma senza acquisizioni. «Il mercato italiano è molto frammentato, i primi cinque operatori del settore hanno il 12%, un terzo rispetto alla media europea: c'è ancora molto spazio», spiega l'amministratore delegato.

La società del gruppo Coin, che incorpora anche il marchio Upim, punta a portare in Piazza Affari fino al 49,3% del capitale sociale (in caso di esercizio integrale della greenshoe), per una valorizzazione che potrebbe arrivare a 756 milioni. Dei 101 milioni di azioni che andranno sul mercato (pari al 44,5% del capitale), 87 milioni (45% del capitale totale) deriveranno da un aumento di capitale e i restanti 14 milioni (20% del capitale) saranno venduti dal gruppo Coin, oggi azionista unico di Ovs, a sua volta controllato dal private equity Bc Partners. La società Ovs nasce nel luglio 2014, accollandosi 700 milioni circa come sua parte del debito di gruppo, che valeva 850 milioni in tutto. Fino al 2011 era Coin, invece, a essere quotato in Borsa, lasciata dopo l'Opa lanciata da Icon, la società controllata dai fondi facenti capo a Bc Partners, che ha acquistato i grandi magazzini dal fondo Pai. Oggi, la componente primaria dell'offerta che porterà Ovs in Piazza Affari, destinata in buona parte ad abbattere il debito, riguarda, dunque, 87 milioni di titoli che, se calcolato sulla parte bassa della forchetta (4-5,40 euro per azione), dovrebbe portare nelle casse di Ovs almeno 348 milioni. Il debito residuo - circa 360 milioni - sarà poi rifinanziato con linee di credito più convenienti. Alla fine dell'operazione Coin resterà il principale azionista, con una quota del 55,5% (50,7% in caso di greenshoe). Banca Imi, Bofa Merrill Lynch, Goldman Sachs e Unicredit sono i global coordinator dell'operazione; Credit Suisse e Hsbc sono joint bookrunner.

Banca Imi è anche responsabile del collocamento e sponsor dell'offerta.

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