Economia

Parigi difende Atene e dà un ceffone a Berlino

Sapin: "Non è una decisione dell'Eurogruppo". Anche Bruxelles, Bce ed Esm al fianco di Tsipras

Parigi difende Atene e dà un ceffone a Berlino

Abituata a far la voce grossa senza che nessuno fiati, adesso la Germania sente forti gli squilli di rivolta. E proprio su un terreno in cui era abituata non a vincere, ma a stravincere: la Grecia. La mossa con cui il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaueble, ha imposto il blocco alle misure di alleggerimento del debito di Atene, colpevole di aver unilateralmente deciso di aumentare le pensioni più basse e di rinviare l'aumento dell'Iva nelle isole, ha provocato la risentita reazione della Francia ed è stato di fatto bocciata da Commissione Ue, Bce e dal fondo salva-Stati Esm.

Sarà il profumo di elezioni già nell'aria, sarà un sussulto di orgoglio, ma sta di fatto che se il presidente François Hollande ha parlato della necessità di «dar dignità ai greci», il ministro delle Finanze, Michel Sapin, ha dato fuoco alle polveri ricordando che «le dichiarazioni individuali non sono dichiarazioni collettive dell'Eurogruppo, le misure sull'alleggerimento del debito greco definite senza alcuna condizione saranno attuate». Poi, la posizione della Commissione europea - ovviamente parte in causa - è stata squadernata dal commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici: «Perché si arrivi al blocco serve l'unanimità e la Commissione deve esprimere il suo punto di vista. La Commissione rappresenta l'interesse generale e il suo punto di vista è diverso». Punto di vista ribadito quindi dalla Bce, dall'Esm e dalla stessa Commissione, secondo cui le misure predisposte dal governo di Alexis Tsipras avranno «un impatto limitato» sugli obiettivi di biancio 2017 e 2018.

Prese di posizione che equivalgono a una pietra tombale messa sull'ennesimo diktat di Berlino, così da evitare inutili tensioni che potrebbero mettere a rischio sia la fragile tregua fra i mercati e il Paese ellenico, sia la risicata maggioranza che tiene i piedi l'esecutivo di Atene. D'altra parte, quella concordata con il premier greco non è un vero e proprio taglio del debito, un nodo che verrà affrontato solo nel 2018, una volta superato lo scoglio delle elezioni in Germania. È, però, una boccata d'ossigeno per le casse greche grazie a un allungamento della scadenza media dei prestiti, una protezione contro l'aumento dei tassi e una limata agli interessi su una parte del debito.

Da un punto di vista politico, per Tsipras (che oggi incontrerà a Berlino Angela Merkel) è vitale mandare in porto due misure sociali come la tredicesima agli 1,6 milioni di pensionati che percepiscono fra i 300 e gli 800 euro al mese e il rinvio dell'aumento Iva nelle isole orientali. In tutto si tratta di 617 milioni di euro, una cifra che rientra ampiamente nella possibilità accordata alla Grecia di usare il 40% del proprio surplus, attualmente pari a tre miliardi. L'entrata a gamba tesa di Schaeuble si spiega quindi con la presunta violazione del principio in base al quale Atene, prima di decidere, deve avere l'autorizzazione dei creditori. Ma anche alla perdita di sovranità c'è un limite.

E ieri, finalmente, qualcuno l'ha ricordato alla Germania.

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