Economia

Parte EssilorLuxottica la nuova fabbrica degli occhiali "globali"

Nasce un colosso da 16 miliardi di ricavi, che si estende dalla produzione alla vendita

Parte EssilorLuxottica la nuova fabbrica degli occhiali "globali"

Ha preso il via in Piazza Affari l'offerta pubblica di scambio (Ops) di Essilor su Luxottica, al termine della quale Leonardo Del Vecchio sarà a capo di un colosso da quasi 60 miliardi di capitalizzazione e da oltre 16 miliardi di fatturato, numero uno al mondo nel settore dell'occhialeria dal design alla vendita al dettaglio.

Delle nozze, annunciate quasi due anni fa, si erano ormai perse le tracce, mentre le due società si impegnavano a ottenere il via libera delle autorità Antitrust nei diversi mercati strategici. Ottenuti i lasciapassare e concluso il conferimento del 62,4% di Luxottica in mano a Del Vecchio a Essilor (in cambio del 38,9% del nuovo gruppo), ieri è partita l'offerta totalitaria obbligatoria del gruppo francese sui titoli dell'occhialeria di Agordo. L'operazione si concluderà il 28 novembre. Si tratta di un'offerta in carta: per ogni titolo portato all'Ops saranno dati in cambio 0,4613 azioni di nuova emissione della società d'Oltralpe. In caso di adesioni totali all'offerta, il socio di maggioranza del polo sarà Delfin, finanziaria di Del Vecchio con il 31%, mentre gli altri soci dell'occhialeria bellunese (tra cui Giorgio Armani che si è già impegnato a consegnare all'Ops il suo 4,6%) deterranno il 18,47%. Del Vecchio infine non avrà alcun vincolo per il mantenimento dei titoli EssilorLuxottica in portafoglio.

A livello di governance, per i primi tre anni, il cda del gruppo sarà per metà espressione del socio italiano e per metà di quello francese, mentre il fondatore di Luxottica e Hubert Sagnières, attuale numero uno di Essilor, si divideranno le deleghe esecutive. Già da gennaio 2019 il comitato nomine del nuovo polo tuttavia inizierà a cercare un amministratore delegato. In Borsa Luxottica ha chiuso la seduta a 55,3 euro (-0,5%).

L'Ops è destinata al delisting di Luxottica, uno scopo che sarà comunque raggiunto come sottolineato nella conferenza tenutasi ieri. Qualora l'adesione all'Ops superi il 90% del capitale non sarà ripristinato il flottante, mentre con una adesione superiore al 95% sarà esercitato il diritto di riacquisto dei titoli. Se infine le azioni apportate all'operazione non dovessero raggiungere il 90% del capitale, EssilorLuxottica potrebbe valutare la fusione di Luxottica spa con una società non quotata, innescando in questo caso il diritto di recesso per gli azionisti.

Né i tecnicismi né le prime stime di sinergie (420-460 milioni l'anno a livello di utile operativo) che probabilmente saranno ritoccate nel corso del «capital market day» previsto nel 2019, danno l'idea delle dimensioni del matrimonio tra Luxottica - leader mondiale nelle montature e nella distribuzione - ed Essilor, leader nel comparto delle lenti. Nozze che, per di più, avvengono in un momento in cui aumenta sempre di più il business considerando l'invecchiamento della popolazione nei Paesi ricchi, la crescita degli emergenti, l'attenzione al dettaglio fashion e più, in generale, la maggior consapevolezza della necessità di aver cura degli occhi anche al di fuori dei difetti visivi: tanto che, secondo Statista, il mercato dell'occhialeria è previsto a fine 2018 a 123,5 miliardi di dollari e dovrebbe toccare i 177 miliardi nel 2023. E il nuovo big, con una produzione di 570 milioni di lenti l'anno, 89 milioni di montature e 10.

300 negozi, è in pole position per beneficiarne.

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