Economia

Via alla partita della rete. Tim risale in Borsa: +4%

Il premier convoca Conti, Genish e Bassanini a Palazzo Chigi. Il bivio Sparkle e il ruolo di Cdp

Via alla partita della rete. Tim risale in Borsa: +4%

Il futuro della rete telefonica è sul tavolo del governo che nella partita gioca con la «maglia» della Cassa Depositi e Prestiti, controllata dal Tesoro nonchè azionista di Tim con quasi il 5% del capitale. Ieri i vertici del gruppo di tlc - l'ad, Amos genish, e il presidente, Fulvio Conti - hanno incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nei giorni scorsi il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, si è detto contrario alla cessione da parte di Tim di un asset strategico come Sparkle, la società che gestisce i collegamenti internazionali. Ma sono necessari nuovi investimenti per 600 milioni per rilanciarla e consentire all'operatore di raggiungere e stare in piedi con 200 milioni di ebitda nei prossimi anni. Tema caldo è anche il piano per lo spinoff della rete che Tim ha presentato all'Agcom e che, secondo quanto annunciato dalla società, dovrebbe completarsi entro la fine del 2018.

È dunque in definizione il progetto per la creazione della newco nella quale conferire le attività da scorporare. Sui dettagli della riunione di ieri a Roma le bocche restano cucite ma subito dopo Genish e Conti lo stesso premier ha visto anche Franco Bassanini, presidente di Open fiber, la società che opera nella banda ultralarga partecipata 50-50 da Enel e dalla stessa Cdp. Il colosso elettrico guidato da Francesco Starace e la Telecom dell'ex ad di Enel, Fulvio Conti, potrebbero in futuro ritrovarsi a giocare nella stessa squadra con la fusione tra Open Fiber e la rete di Telecom separata dai servizi di telefonia.

La partita politica sulla rete si incrocia con quella sulla governance di Telecom: in vista del cda del 24 settembre, ieri il titolo Tim ha chiuso la seduta a Piazza Affari mettendo a segno un rialzo del 4,01% a 54 centesimi euro riprendendo quota dopo alcune sedute negative anche per la tensione tra Vivendi (azionista con il 23,4%) e il fondo Elliott (8,8%) in merito alla stabilità del consiglio di amministrazione del colosso tlc. Il bilancio degli ultimi sei mesi resta comunque negativo: -32 per cento. Anche in questo campo di gioco, saranno determinanti le mosse di Cdp che in primavera ha appoggiato il fondo Usa e nominato l'attuale cda, mentre Genish era stato scelto da Vivendi, ma al momento è impegnata nel completare il piano industriale da presentare a ottobre.

Nel frattempo, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Tim che contestava l'aggiudicazione a Fastweb, Wind-Tre, Tiscali e Vodafone-Bt Italia di una gara Consip da 925 milioni per la fornitura di servizi di telefonia fissa e connettività alle pubbliche amministrazioni. La gara è stata aggiudicata da Consip lo scorso anno e Tim, che si è classificata quarta, si è rivolta prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, ritenendo tra l'altro anomale le offerte dei concorrenti.

Invece, entrambi i giudici hanno respinto le istanze.

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