Economia

Pensiamo al risparmio tradito

Pensiamo al risparmio tradito

E adesso tutti che si preoccupano del risparmio degli italiani. Per carità, è sacrosanto che avvenga. Ho l'impressione però che la questione molto seria venga utilizzata per interessi di parte. E, francamente, non è un bello spettacolo quello a cui stiamo assistendo. Pur se la tutela del risparmio è materia inscritta nella Costituzione, non mi pare che la politica e le autorità di vigilanza nel corso degli anni abbiano provveduto a far rispettare quanto inserito nella carta dai padri costituenti. Senza andare troppo indietro si può ricordare il default di Popolare di Vicenza e Veneto Banca; l'incredibile vicenda dei quattro istituti di credito territoriali, per non dire della crisi profondissima che ha investito Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca italiana. Questo per citare solo alcuni casi, ma la lista potrebbe allungarsi più di Tiramolla (personaggio dei fumetti dei bei tempi andati).

Temo che i litigi di questi giorni non contribuiranno a rasserenare i risparmiatori. I quali sono in una posizione di difesa, ma senza la speranza che qualcosa possa per davvero cambiare. Hanno smarrito la fiducia da quel dì e prima di fidarsi di nuovo ne passeranno di stagioni. Lo scontro tra Italia e Europa certo non aiuta. Le nostre banche non sono uscite dalla sofferenza. Il decisore pubblico è incapace di prendere decisioni coraggiose. Le autorità di controllo fanno quel che possono in un clima generale di paralisi.

Il rischio è che la fretta e le ragioni elettorali (in Italia siamo in campagna elettorale un anno sì e l'altro pure) producano leggi tattiche, di corto respiro. Che non potranno che ricadere in modo nefasto sul cittadino/contribuente. Insomma, ci sono molte possibilità che il risparmio degli italiani continui ad essere sotto attacco. È giunto il momento della ragionevolezza. Si azzeri il conflitto, si attuino riforme e non si sforino a cuor leggero i parametri. Urge un drastico taglio con il passato. Anzi, con il presente.

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