Economia

Pensione integrativa? Ecco come investire

Molto dipende da quanto vi aspettate di ottenere in età senile dalla vostra pensione. Ecco 5 passi per cercare di sopravvivere negli anni del post lavoro

Pensione integrativa? Ecco come investire

Ecco come sopravvivere negli anni del post lavoro. Non è mai troppo presto per iniziare a risparmiare, soprattutto in vista della pensione. Vale anche (e soprattutto) per la previdenza complementare. Con il regime contributivo, infatti, i lavoratori dipendenti otterranno una pensione pari al 60-70% dell’ultimo stipendio, gli autonomi prenderanno terribilmente meno: il 40 o 50%. Se quindi si vuole mantenere uno stile di vita analogo a quello sperimentato durante l’attività lavorativa, occorre fin da subito accantonare adeguate risorse, che consentiranno di integrare l’assegno dell’Inps con flussi di reddito aggiuntivi.

Lo spiega il Corriere della Sera che prefigura 5 scenari. Si parte dai più giovani per arrivare agli adulti in vista del riposo senile. Con età e reddito differenti, ma con un obiettivo comune: ottenere un’integrazione pari al 30% dell’attuale stipendio. La prima domanda che ci si pone di fronte a questo problema è: quanto bisogna mettere da parte? Dipende da tre fattori, spiegano dal Corsera: l’entità della rendita aggiuntiva che si vuole ottenere, il tempo a disposizione e la composizione del portafoglio.

L’esercizio più facile è quello che riguarda un 20enne con un reddito di 800 euro al mese. Per ottenere un flusso di 267 euro mensili tra 49 anni, può essere sufficiente versare ogni anno 640 euro, meno di uno stipendio, in un portafoglio bilanciato, con una componente azionaria prevalente (70%) rispetto a quella obbligazionaria (30%). I calcoli sono stati fatti da Progetica al netto della fiscalità, dell’inflazione e dei costi, stimando con metodo probabilistico le performance dei mercati in base ai risultati storici.

Ben più delicata è la situazione di un 60enne che oggi guadagna 2.200 euro netti al mese. A distanza di soli 7 anni e quattro mesi dalla pensione, per ottenere un reddito aggiuntivo di 733 euro al mese, dovrebbe accantonare ogni anno quasi l’intero reddito maturato (10,8 mensilità). Un obiettivo praticamente impossibile da realizzare. Il tempo è il miglior alleato che abbiamo a disposizione ed è gratuito. Prima si inizia, magari facendosi aiutare dai mercati, migliori saranno i risultati e inferiori saranno i versamenti necessari.

Ripartiamo proprio da questo: i mercati. Storicamente le borse hanno consegnato rendimenti più attraenti rispetto a bond su orizzonti di lungo termine, a fronte di una volatilità accentuata. Tra il 1900 e il 2018, calcola Credit Suisse, le azioni globali hanno ottenuto un ritorno del 5% in termini reali, contro l’1,9% dei bond. Su un orizzonte di 10, 15, 20 anni, la componente equity potrebbe arrivare al 70%. “Manterrei comunque un cuscinetto di obbligazioni, in ottica di diversificazione, per stabilizzare il portafoglio”, spiega al Corriere Raffaele Zenti, responsabile strategie di AdviseOnly.

Soluzioni interessanti sono quella che prevedono meccanismi automatici, basate sul ciclo di vita dell’investitore: a mano a mano che ci si avvicina all’obiettivo e alla scadenza prefissati (cioè la pensione) l’investimento viene indirizzato, un po’ alla volta, verso classi di attivo più difensive, aumentando la componente obbligazionaria a scapito di quella azionaria. Il risultato finale dipende anche dai costi, che possono incidere in modo assai rilevante sui risultati di ogni piano finanziario. Insomma ecco come destreggiarsi nella giungla della pensione integrativa.

Piccoli passi che potrebbero permettere di raggiungere grandi risultati.

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