Economia

Perez, il gran patron del Real Madrid che sfida gli italiani

Il controverso presidente delle Merengues incrocia abilmente calcio, politica e affari

«Meglio tua che degli italiani». Con queste parole il premier spagnolo Mariano Rajoy avrebbe affidato, secondo la stampa iberica, a Florentino Pérez il compito di organizzare le truppe per contrastare l'avanzata di Atlantia su Abertis in un incontro di metà luglio, poco prima che l'imprenditore facesse rotta con il suo «Pitina», uno yatch di 30 metri, verso le isole Eolie.

Un compito tutt'altro che banale per il novello caudillo, eroe del Real Madrid (19 i titoli ottenuti sotto la sua presidenza) oltre che numero uno e azionista di riferimento (con il 12,6%) della società di costruzioni Acs che dirige dal 1997. Uomo di potere che ha rafforzato quell'intreccio di relazioni di politica, finanza e sport che ha portato, secondo gli osservatori più critici, Acs a espandersi nel mondo anche grazie alla fama dei «Blancos», che lo avrebbero aiutato a risolvere situazioni spinose come lo scandalo per il consorzio spagnolo-colombiano Commsa. Il consorzio guidato da Pérez, che nel 1997 si era aggiudicato una commessa in Colombia, incassando un proficuo anticipo sull'appalto poi mai realizzato. Lo scandalo era poi rientrato con una condanna per abuso di fiducia e la restituzione dell'acconto. E nel Real hanno iniziato a confluire anche le star del calcio colombiano come James Rodrìguez. Situazioni simili in Turchia e Germania. Un network proficuo tanto da convincere Pérez ad assicurarsi il vertice del Real a vita, inserendo nello statuto alcune richieste peculiari per gli aspiranti presidenti: una militanza ventennale tra i soci del club e una garanzia bancaria basata solo sulle sue proprietà personali e pari al 15% del budget del club, ovvero il ritratto dell'imprenditore che, secondo Forbes, conta su un patrimonio personale di 2,1 miliardi di dollari, al 14° posto nella fortune spagnole.

Classe 1947, l'ingegnere madrileno è entrato nelle fila del partito dell'Unione del Centro Democratico prima e poi nel Partito Riformista Democratico, prima di dedicarsi a tempo pieno allo sporto e all'impresa. Oggi Pérez può contare su ottime relazioni istituzionali, rapporti privilegiati con i protagonisti della finanza spagnola, La Caixa compresa, posto che la banca (azionista al 22% di Abertis), ha affiancato Acs in un'operazione sulle autostrade spagnole pochi anni fa.

All'imprenditore si riconosce il merito di aver inventato per il Real Madrid un business model di successo che ha portato il club a ottenere tre Champions negli ultimi quattro anni, di cui l'ultima contro la Juventus e a scalare le classifiche tra le squadre più redditizie al mondo. «La mia politica è quella di assumere i migliori giocatori del mondo» ha più volte spiegato, senza mezzi termini, l'uomo d'affari spagnolo in merito alla sua campagna acquisti faraonica che ha portato alla definizione dello stesso club, prima conosciuto come Merengues, come «Galacticos». La ragione è presto detta. Il potenziale finanziario di una star, è enorme: «Solo i grandi giocatori portano a grandi ricavi e noi siamo, secondo il The European Elite 2017 - Football clubs' valuation di Kpmg, al secondo posto nella classifica dei club per valore economico di circa 3 miliardi». Tra le poche figurine volute ma rimaste prive della maglia dei «Blancos», c'è quella di Francesco Totti.

CM

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