Economia

Il pericolo Grexit non è scampato

Pesano le posizioni di Fmi e Bce per il taglio del debito. E in Germania la cacciata dall'euro resta un'opzione

Il pericolo Grexit non è scampato

AteneTutto bene allora? Niente affatto. Nel primo week end di «pace» sull'asse Berlino-Atene ecco affiorare alcune contraddizioni nel nuovo memorandum da 86 miliardi, di cui la prima tranche da 7,16 in arrivo già domani. Da un lato i rilievi del Fondo Monetario Internazionale e anche (seppur più felpati) della Bce: occorre una ristrutturazione del debito greco che, ad oggi, così com'è, non è sostenibile da Atene che veleggia verso il 200% del rapporto debito-pil. Ma da Berlino, via Bruxelles, ancora un muro contro l'haircut.

«Piuttosto un Grexit a tempo» dicono ancora, così come la Bild scrive ormai da giorni. È di fatto la tesi del super falco Wolfgang Schaeuble («nessuno può costringermi a cambiare idea» e minaccia dimissioni) che si scontra con il realismo del direttore del Fondo, Christine Lagarde, la quale curiosamente oggi sostiene una posizione da sempre tratteggiata dall'ex ministro greco Varoufakis, che a sua volta chiedeva anche una conferenza europea sul debito. Sono sempre più insistenti le voci secondo cui l'opzione Grexit non sia uscita completamente dal tavolo dei creditori internazionali. In sostanza, è l'ipotesi che sta circolando, dalla Ue hanno sì avallato il prestito-ponte ma solo per una temporanea boccata di ossigeno. E con la spada di Damocle che tutto possa crollare all'improvviso se Atene non dovesse onorare gli impegni o se i parametri non fossero rispettati, come ventilato anche dal chi, il premier finlandese Sipilä, incarna alla perfezione lo Schaeuble pensiero.

Insomma, dopo il caos del voto parlamentare ellenico, con annesso terremoto in Syriza e nel governo (rimpasto ieri, urne in autunno e banche riaperte domani) ecco che la crisi greca potrebbe, come un macabro gioco dell'oca, tornare al punto di partenza.Come dire che, molto presto, l'Unione potrebbe ritrovarsi nuovamente alle prese con il nodo ellenico che qualcuno ha voluto sanare con altri prestiti, ma senza tentare una soluzione d'insieme. Da ieri, dopo il sì del Bundestag, è ufficialmente partito anche il negoziato con la Troika sul nuovo «Memorandum of understanding».

Lì ci sono i compiti a casa a cui il Governo ellenico si è incardinato per ottenere i nuovi prestiti. Il premier Tsipras non potrà decidere alcunché ma solo attuare il dettato contenuto nel piano. E concordare con la troika ogni iniziativa che non potrà essere unilaterale, come la riassunzione delle donne delle pulizie nei ministeri.

Le nuove riforme «saranno un fallimento», certifica Varoufakis ai microfoni della Bbc (mentre il Nobel Stiglitz incontrava Tsipras) definendo il programma concordato con la troika come «il più grande disastro della gestione macroeconomica mai avvenuto».

E su Schaeuble dice che ha sventolato il Grexit per minacciare quegli Stati membri in disaccordo con i metodi tedeschi per la ristrutturazione dell' Eurozona. Il ministro tedesco replica dalle colonne del Der Spiegel, lasciando intendere che un'uscita della Grecia dalla moneta unica per un anno non è affatto esclusa.

E soprattutto che lui non cambierà idea.

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