Economia

«Peugeot e Opel? Più forti nel mondo»

Il capo del Leone in Psa: «Zero sovrapposizioni. Nozze in tempi record»

Pierluigi Bonora

Il Salone dell'auto di Ginevra, che chiuderà il 19 marzo, ha parlato soprattutto francese, e non solo per l'affinità con la lingua del posto. Protagonista è stato il Gruppo Psa per due conquiste: quella di Opel, acquisita da Gm, e quella del titolo di «Auto dell'anno 2017», con il crossover Peugeot 3008 che ha battuto la favorita Alfa Romeo Giulia. Jean-Philippe Imparato, direttore di Peugeot in Psa, non vede porsi per il gruppo problemi di sovrapposizioni a causa dell'integrazione con Opel-Vauxhall.

«Io resto concentrato sul marchio - spiega il manager italo-francese al Giornale - con l'obiettivo di vendere oltre 2 milioni di vetture nel 2017, realizzando il 45% del mix fuori dall'Europa».

E i vostri nuovi compagni di viaggio?

«Devono sviluppare la loro germanicità; sono e restano tedeschi e ora sono chiamati a fare di tutto per realizzare il turnaroud. Opel e Vauxhall sono marchi forti dove non siamo forti, per esempio in Germania e nel Regno Unito, vantano un mix geografico molto differente e a loro si presentano tante opportunità fuori dall'Europa dove i clienti vogliono guidare un'auto tedesca. Il vento è favorevole».

Eppure, molti modelli puntano sullo stesso tipo di clientela, come 208 e Corsa, 308 e Astra, 2008 e Mokka, 508 e Insignia.

«A livello geografico non ci sono problemi di cannibalizzazione. In Francia, per esempio, noi siano al 30% di quota; in Inghilterra, invece, c'è Vauxhall. Opel dovrà scegliere il target pricing e un posizionamento che dovrà essere diverso da quello di Peugeot. Non cambiamo strada perché arriva Opel. Procedo con i programmi che prevedono anche il nostro ritorno nelle berline. Il piano prodotti è perfettamente incrociabile con quello di Opel».

Vi aspettavate questa mossa del vostro ceo Carlos Tavares?

«Il trend di sviluppo del settore è molto veloce e il gruppo aveva in testa di fare qualcosa di strategico altrettanto rapidamente. Ci siamo riusciti».

In Europa puntate a insidiare il Gruppo Volkswagen?

«Non ci interessa. Abbiamo un potenziale teorico di 5 milioni di auto, senza arrivare a forzature».

I timori per l'occupazione in Francia e soprattutto in Germania?

«L'offensiva commerciale sarà a livello mondiale. E ciò giocherà a favore delle fabbriche».

Con 3008 avete vinto il premio «Auto dell'anno 2017».

«È importante per l'immagine, perché a parlare non siamo noi. Sono un po' italiano e devo dire che Giulia è una bella ragazza.

Sono convinto del suo successo».

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