Economia

Piazza Affari "dribbla" l'occupazione Usa e sale ancora (+1%) al traino di Wall Street

Giornata positiva anche per gli altri listini europei. Scende lo spread

Piazza Affari "dribbla" l'occupazione Usa e sale ancora (+1%) al traino di Wall Street

Prosegue la marcia delle Borse internazionali, anche ieri al traino di Wall Street, incurante dei dati macroeconomici poco entusiasmanti. Piazza Affari compresa: dopo il +2,8% di giovedì, Milano ha guadagnato un altro l'1,1%, indifferente a qualsiasi supposto rischio elettorale. Ad aiutare è stato anche uno studio di Jp Morgan che vede rosa per tutto il comparto dell'auto (+6,3% Fca). Anche lo spread, ovvero il differenziale tra titoli di stato decennali italiani e tedeschi, termometro del temuto «rischio Paese», è sceso a 155 punti (-0,5%), sempre più vicino allo spread di 147 tra bund e titoli di stato portoghesi e ai 109 tra bund e bonos spagnoli.

Tutti in rialzo anche gli altri listini europei: Parigi e Francoforte dell'1%, Londra dello 0,3%, mentre in Asia, il Nikkei giapponese ha nuovamente ritoccato i massimi degli ultimi 26 anni. L'euro intanto continua a mantenersi sul picco degli ultimi tre anni sul dollaro a 1,2037, mentre aumentano le attese che la Bce termini la politica di stimoli monetari del Qe già in autunno.

A sostenere Wall Street è ancora il taglio delle tasse varato da Donald Trump che ha già rivendicato come «sua» il rally di questa prima settimana del 2018 promettendo di estenderlo. La riforma prevede che l'aliquota sugli utili per le imprese localizzate negli Usa scenda al 21 dal 35% con un impatto negativo nel breve termine causato dalla misurazione di alcuni crediti di imposta utilizzando la tassazione più bassa (Morgan Stanley ha stimato un impatto negativo di 1,25 miliardi sugli utili del quarto trimestre, Deutsche Bank per 1,5 miliardi), ma nel medio termine si tratta di un volano per l'economia americana.

Tanto che la serie di dati Usa pubblicata ieri, con più ombre che luci, ha lasciato indifferente il mercato. Il rapporto sull'occupazione americana è risultato inferiore alle stime (a dicembre sono stati creati 148mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli rispetto alle attese di 190 mila); l'indice Ism non manifatturiero si è posizionato a dicembre a 55,9 punti, in calo rispetto ai 57,4 punti di novembre e meno delle attese mentre la bilancia commerciale di novembre ha mostrato segnali di peggioramento (il deficit si è attestato a 50,5 miliardi, record da gennaio 2012 e oltre le stime).

In frenata, invece, il prezzo del petrolio: -1% a 61,39 dollari il barile al Nymex di New York.

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