Economia

In Piazza Affari per i top lo stipendio resta super Il divario con la "base"

Ecco chi guadagna di più tra i vertici dei big Ma anche la busta paga degli ad giù del 10%

In Piazza Affari per i top lo stipendio resta super Il divario con la "base"

I vertici delle società quotate in Piazza Affari continuano ad avere degli stipendi super, ma anche la loro busta paga è ora un pochino più magra: quella media di un ad nel 2018 è stata di 849.300 euro lordi. Il 10% in meno rispetto ai 952.400 euro del 2017 quando, però, c'era stato un aumento del 14,5% sul 2016. A fotografare gli stipendi dei manager è stata una ricerca del Centro Studi Mediobanca che ha raccolto i compensi di 230 imprese con sede legale in Italia e quotate all'Mta, il listino principale di Borsa Italiana. Complessivamente sono state raccolte informazioni su 3.543 amministratori, direttori generali e sindaci.

Ma chi guadagna di più tra presidenti e ad? Il report di Mediobanca rileva i compensi per ogni carica, senza fare il cumulo tra più cariche eventualmente ricoperte dalla stessa persona ma non cita nomi e cognomi. Per stilare una classifica basta comunque scorrere le relazioni sulla remunerazione che sono pubbliche. Sul podio nella top ten dei manager più pagati sommando i compensi delle cariche ricoperte c'è l'ad del gruppo Unipol e presidente di UnipolSai, Carlo Cimbri, che complessivamente (e dunque per le due cariche congiunte) nel 2018 ha guadagnato 7,9 milioni lordi. Medaglia d'argento a Gianni Tamburi, presidente e ceo di Tamburi Investments con uno stipendio di 7,7 milioni lordi, mentre quella di bronzo con 7 milioni va al presidente di Saes Getters, Massimo Della Porta, presidente di Saes Getters (che è il manager più pagato per singola carica). Seguono Remo Ruffini, presidente e ad di Moncler, con 6,5 milioni e Claudio Descalzi, ad di Eni, con 6,4 milioni. Sesto posto per Philippe Donnet, che per tenere il timone delle Generali riceve 5,9 milioni. Ma attenzione: l'analisi di Mediobanca include i benefici non monetari come azioni gratuite o stock option (che in totale valgono 56,9 milioni a beneficio del 3,3% dei soggetti) ma non considera le somme percepite «per inizio o cessazione carica». E soprattutto è relativa solo alle società che hanno sede legale in Italia. Non comprende, quindi, big come Fca, Ferrari o società quotate all'estero come Luxottica. In questo caso, in vetta alla classifica sarebbe salito lo scomparso Sergio Marchionne che secondo il bilancio di Exor ha percepito 28,2 milioni lordi nel 2018.

Inaspettatamente in testa al ranking degli stipendi non ci sono i banchieri. A pagare di più, infatti, sono le assicurazioni che in media erogano ai loro ad 4,34 milioni contro gli 1,97 milioni medi dei ceo delle banche (il tetto massimo è 5,7 milioni), mentre quelli dell'industria superano di poco il milione di euro l'anno e arrivano a 7,7. Non solo. La remunerazione media di una donna che ricopre la carica di ad supera di poco la metà di quella di un pari grado uomo, mentre il compenso medio delle donne presenti nei cda è circa un quarto di quello maschile: la retribuzione media di un ad uomo è 874mila euro, per una donna 474.400, nonostante negli anni il divario si sia ridotto del 31%.

Ampio il gap retributivo tra vertici e dipendenti che sale in proporzione alla capitalizzazione: lo stipendio medio di un ad è pari a 14,4 volte il costo medio del lavoro delle spa quotate.

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