Economia

Piazza Affari rispolvera le nozze tra Fca e Renault

Voci di ripresa dei negoziati. Occhi su Nissan

Piazza Affari rispolvera  le nozze tra Fca e Renault

Dopo una partenza con il turbo, il titolo Fca ieri ha preso fiato per poi chiudere comunque la seduta in positivo con un +0,9% a 11,9 euro dopo i rumor sulla ripresa delle trattative con Renault in tempi brevi. Al netto delle indiscrezioni e delle speranze del mercato, di certo per il momento c'è solo che il ritorno di fiamma tra le due colossi dell'auto è appeso all'origami societario dei giapponesi. Il prossimo 25 giugno ci sarà, infatti, l'assemblea degli azionisti di Nissan che dovrà confermare l'attuale ad Hiroto Saikawa, subentrato al timone dopo l'arresto e l'uscita di scena di Carlos Ghosn, e segnare la svolta decisiva con la creazione di tre comitati (per nomine, audit e remunerazioni) con Renault che però nei giorni scorsi avrebbe minacciato di astenersi dalla votazione, rendendola di fatto nulla. Davanti ai soci, e ai giornalisti che parteciperanno all'appuntamento, i vertici di Nissan saranno comunque costretti ad uscire allo scoperto sul matrimonio dopo i segnali di fumo arrivati dall'Eliseo.

«Come Stato non abbiamo mai messo il veto a questa operazione, non abbiamo fatto fallire noi il matrimonio tra Renault e Fca», aveva infatti spiegato lo scorso 13 giugno il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, in un'intervista a FranceInfo Tv. «Abbiamo semplicemente chiesto, vedendo che Nissan non forniva il suo sostegno, cinque giorni supplementari per esaminare un'operazione da 30 miliardi di euro di capitalizzazione».

Lo stesso, il presidente del gruppo francese, Jean-Dominique Senard, davanti ai soci, ha difeso la fusione tra Fca e Renault, definendolo un progetto «eccezionale» e dicendosi «dispiaciuto» dello stop alle trattative. Il problema è che Nissan punta i piedi e in cambio del semaforo verde al progetto di fusione con Fca, i giapponesi chiedono a Renault di ridurre in modo significativo la quota del 43,4% detenuta da Parigi nella società. Il manager francese nel corso dell'avvio dei negoziati era stato garante di due snodi cruciali: l'appoggio del governo francese e l'impossibilità da parte di Nissan di porre alcun veto alla fusione sulla base di quanto stabilito nel trattato dell'Alleanza. A sondare il terreno sarebbe ora l'ad del Lingotto, Mike Manley. La settimana scorsa il presidente John Elkann ha però fatto un riferimento all'operazione durante la messa di trigesima di Gianluigi Gabetti, storico manager Fiat e consigliere dell'Avvocato. «C'è una frase che ti piaceva per spronarci: le barche nei porti sono al sicuro, ma non è per quello che sono fatte.

Penso proprio che queste ultime settimane ti sarebbero piaciute», ha detto.

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