Economia

Mastrapasqua: preoccupazione per i conti dell'Inps. Ma Saccomanni: nessun problema

Mastropasqua: "Non c'è totale tranquillità". Ma il ministro dell'Economia rassicura: "Nessun motivo di allarme sulle risorse dell’Inps"

Mastrapasqua: preoccupazione per i conti dell'Inps. Ma Saccomanni: nessun problema

Il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, fa sapere di aver "scritto ai ministri Saccomanni e Giovannini", "invitando a fare un’attenta riflessione" sul bilancio dell’Istituto che ormai è "un bilancio unico, essendo il disavanzo patrimoniale ed
economico qualcosa che, visto dall’esterno, può dare segnale di non totale tranquillità". Parlando davanti alla Commissione bicamerale sul controllo degli enti previdenziali, Mastrapasqua ha spiegato come «la genesi della perdita dell’Inps" derivi da "uno
squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali". L’Inps infatti ormai accorpa anche gli ex Inpdap ed Enpals. Parlando davanti alla commissione bicamerale sul controllo degli enti previdenziali, Mastrapasqua ha spiegato come "la genesi della perdita dell’Inps" derivi da "uno squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali". L’Inps, infatti, ormai accorpa anche gli ex Inpdap ed Enpals.

La secca replica di Saccomanni

"Non c’è nessun motivo di allarme". Così il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, risponde a chi gli chiede sulle preoccupazioni di Mastrapasqua. "È un problema tecnico che stiamo valutando. Abbiamo parlato anche l’altro giorno con
Giovannini e ci sta lavorando la Ragioneria", ha spiegato il ministro.

Pil, crescita in calo da 9 trimestri

Segnali ancora poco incoraggianti sul fronte dell'economia. Il prodotto interno lordo segna l’ennesimo calo trimestrale con -0,1%, si tratta del nono trimestre consecutivo con variazione negativa, come risulta dalle tabelle diffuse dall’Istat. Dal terzo trimestre 2011 infatti, l’indice è sempre risultato in calo anche se il dato è in leggero miglioramento. A livello tendenziale si tratta dell’ottavo calo consecutivo. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,9%, stima ancora l’Istat. Il calo deriva dalla diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di un aumento del valore aggiunto nell’industria. Il terzo trimestre del 2013 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2012. Per il ministro Saccomanni i dati di oggi "si riferiscono ai primi tre trimestri", mentre "il dato dell’ultimo mese è più positivo di quello che ci si poteva attendere". Le previsioni per il quarto trimestre inoltre "sono positive, e il dato annuo sarà in linea con quello messo nella legge di stabilità", ha detto Saccomanni che ha quindi escluso la necessità di nuovi interventi. Ma vediamo i risultati del Pil degli altri paesi: nel terzo trimestre del 2013 in termini congiunturali il Pil è aumentato dello 0,7% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito. In termini tendenziali la crescita è stata dell’1,6% negli Stati Uniti e dell’1,5% nel Regno Unito.

Ma la Bce resta ottimista

Il Pil dell’Eurozona dovrebbe concludere il 2013 con un calo dello 0,4% contro il precedente -0,6%, mentre il 2014 dovrebbe vedere una crescita dell’1%, dal precedente 0,9%. È quanto emerge dalle nuove stime degli economisti raccolte dalla Bce. Il Pil dell’Eurozona dovrebbe concludere il 2013 con un calo dello 0,4% contro il precedente -0,6%, mentre il 2014 dovrebbe vedere una crescita dell’1%, dal precedente 0,9%. È quanto emerge dalle nuove stime degli economisti raccolte dalla Bce. Intanto migliorano le stime sul mercato del lavoro: secondo le previsioni trimestrali degli esperti di Francoforte, contenute nell’ultimo bollettino dell’Eurotower, il tasso di disoccupazione nell’unione monetaria si attesterà al 12,1% sia nel 2013 che nel 2014.

Nel terzo trimestre il tasso di disoccupazione era stato stimato al 12,3% nel 2013 e al 12,4% nel 2014.

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