Economia

Via da Pomigliano: la Panda in Polonia

Fca riorganizza le produzioni: dallo stabilimento campano uscirà il nuovo Suv Alfa

Via da Pomigliano: la Panda in Polonia

Ginevra Il futuro dello stabilimento Fca di Pomigliano d'Arco non sarà più legato a Fiat Panda, modello che ne ha determinato il rilancio e fatto da apripista al nuovo corso contrattuale del gruppo automobilistico. Dal Salone internazionale dell'auto di Ginevra, che resterà aperto fino al 19 marzo, l'ad di Fca, Sergio Marchionne, lancia un segnale chiaro, promuovendo di fatto l'impianto alle porte di Napoli.

E così, dal 2020, la fabbrica produrrà un nuovo modello, o Maserati o Alfa Romeo, mentre la linea della futura Fiat Panda probabilmente sarà dirottata a Tychy, in Polonia, a far compagnia alla 500. Seppur con il contagocce, Marchionne comincia a fare chiarezza sulle future allocazioni dei nuovi modelli in cantiere. «Abbiamo investito molto nello stabilimento di Pomigliano (700 milioni, ndr) - spiega - ed è evidente che ha delle prospettive».

In Campania, a questo punto, potrebbe nascere il nuovo Suv targato Alfa Romeo destinato a coprire il segmento sotto quello di Stelvio, tra le vedette della rassegna di Ginevra. Per il Suv di segmento superiore, quindi appartenente all'alto di gamma, sempre del Biscione, la linea di montaggio ad hoc sarebbe invece quella di Torino-Mirafiori, che già sforna il premium Maserati Levante.

«I lavoratori dello stabilimento di Pomigliano - ha aggiunto l'ad del Lingotto - hanno dato un contributo fondamentale al risanamento e all'affermazione di Fca non solo in Italia, ma nel mondo, con immensi sacrifici. Senza il loro impegno, la loro serietà e la loro professionalità il modello produttivo che oggi Fca esporta nei suoi impianti del pianeta non sarebbe mai stato possibile. Pomigliano sa fare di meglio rispetto a Panda». Un riconoscimento ufficiale, dunque, alle tute bianche campane, le stesse che con il loro «sì» al referendum del giugno 2010 sull'accordo separato siglato dal gruppo con i sindacati metalmeccanici, esclusa la Fiom, ha spianato la strada alla piena integrazione con Chrysler, allo sviluppo dell'azienda e alle prospettive produttive di Fca in Italia.

Intanto si guarda anche a Jeep Compass, presentato in anteprima europea a Ginevra, e prodotto per ora in Brasile, Messico, India e Cina. L'Italia, in proposito, potrebbe rappresentare una soluzione per il mercato europeo. «Per ora - ha detto Mike Manley, responsabile di Jeep - non ci sono indicazioni in tal senso». Il sito ideale per Compass, potrebbe essere quello lucano di Melfi, che già ospita le linee di montaggio di Jeep Renegade e Fiat 500X.

Divisi i sindacati. «Prendiamo atto con soddisfazione che Pomigliano è in grado di fare modelli di alto livello sul mercato rispetto a Panda», osserva Roberto Di Maulo (Fismic). Mentre dalla Fiom, più critica, si «ritiene indispensabile l'avvio di un rapido confronto sindacale».

In settembre, intanto, scatta l'opzione di Fca per far pesare dalla propria parte la joint venture, ormai storica, con Psa riguardante la realizzazione, ad Atessa (Chieti) dei furgoni «gemelli» di Fiat Ducato con i marchi Peugeot e Citroën. Qualche punto di domanda potrebbe derivare, infatti, dalle possibili ricadute sulla grande fabbrica abruzzese dopo le nozze tra Psa e Opel.

«Va tutto bene - rassicura Marchionne - il contratto con i francesi vale fino al 2020 e, comunque, abbiamo l'opzione per riprenderci tutto a fine anno».

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