Economia

Il ponte di Genova pesa per 500 milioni sul bilancio di Atlantia

Utile giù a 818 milioni. L'idea di cedere quote di minoranza di Autostrade e Telepass

Il ponte di Genova pesa per 500 milioni sul bilancio di Atlantia

Gli oneri del ponte Morandi pesano per oltre mezzo miliardo sui conti 2018 di Atlantia nel giorno in cui la Gdf annuncia più di trenta nuovi indagati, tra cui anche dirigenti del ministero delle Infrastrutture, con l'accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, attentato alla sicurezza dei trasporti, lesioni colpose.

La holding di Autostrade per l'Italia controllata dalla famiglia Benetton ha archiviato così, con diverse ombre, l'anno della tragica vicenda genovese: fattore che ha ridimensionato il positivo impatto della storica aggregazione con la spagnola Abertis e i cui effetti si preparano a condizionare la strategia industriale del gruppo nei prossimi mesi. «La disputa con il governo sulla concessione ligure ha spiegato l'ad Giovanni Castellucci - non vedrà infatti la luce prima di settembre». Il manager ha inoltre annunciato che potrebbe valutare «la possibile vendere una quota di minoranza in Aspi e l'apertura del capitale di Telepass a soci di minoranza».

Guardando ai numeri, la società ha chiuso il 2018 con risultati consolidati (incluso il consolidamento del gruppo spagnolo negli ultimi due mesi dell'esercizio) con ricavi operativi per 6,9 miliardi (+16% e +2% escludendo il contributo di Abertis) e un ebitda di 3,7 miliardi, un +2% sul 2017. «Gli oneri e gli accantonamenti connessi alla demolizione e al ripristino del viadotto Polcevera di Genova, crollato il 14 agosto 2018, nonché il complesso degli altri interventi relativi - precisa il gruppo - incidono sull'ebitda per 513 milioni». Male anche l'utile di pertinenza che ha segnato una flessione del 30% a 818 milioni. A risentirne è, di conseguenza, il dividendo limato a 0,90 euro per azione (-26%). L'operazione Abertis ha poi appesantito la situazione finanziaria al 31 dicembre 2018: l'indebitamento netto è pari a 37,9 miliardi (9,49 miliardi al 31 dicembre 2017), con un incremento di 28,4 miliardi, essenzialmente riferibile agli impatti connessi all'acquisizione e al consolidamento del gruppo Abertis (25,8 miliardi al netto dell'apporto di terzi in Abertis HoldCo) e, in una transazione separata, dell'acquisto della partecipazione in Hochtief (2,4 miliardi). Tra le due anime principali del gruppo, quella autostradale ha registrato la crescita minore, a causa di un traffico sostanzialmente invariato (+0,2%). Meglio le attività autostradali estere: +4,6% in Cile, +0,7% in Brasile e +5,2% in Polonia. A decollare è il business aeroportuale con il sistema romano - Fiumicino e Ciampino (Adr) che ha accolto circa 49 milioni di passeggeri, registrando una crescita del 4,2%. Bene anche l'aeroporto di Nizza che ha accolto 13,9 milioni di passeggeri con un incremento del 4,1% del traffico.

Per quanto riguarda il 2019, la società prevede una sostanziale stabilità per il settore autostradale italiano (escludendo le poste non ricorrenti di Genova)».

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