Economia

Poste, Anima e Aletti nel terzo polo dei fondi italiani

Trattative in corso. Nel capitale potrebbe entrare anche Cassa Depositi e Prestiti

Cinzia Meoni

Il nuovo polo del risparmio gestito nascerà dall'unione tra Anima e Aletti con Banco Poposta e, se tutto andrà come previsto, avrà un azionariato diffuso ma con una forte componente pubblica con Poste Italiane e il suo azionista di riferimento, la Cassa Depositi e Prestiti a capo del gruppo. E Cdp significa, in ultima analisi, il Tesoro. Banco Bpm, a cui oggi fa capo Aletti e il 14,6%, di Anima, potrebbe rimanere tra i soci di rifermento.

Ieri, dopo le numerose indiscrezioni di mercato che si sono rincorse negli ultimi giorni, sono arrivate le prime conferme da parte dei protagonisti coinvolti. Anima, su richiesta della Consob, ha precisato che «sono in corso discussioni preliminari per verificare se tale opzione (l'acquisizione di Aletti ndr) sia percorribile». «Ci auguriamo di poter chiudere quanto prima» ha invece affermato Mauro Paoloni, vicepresidente di Banco Bpm, in merito al riassetto di Anima. Bocche cucite da Poste, che di Anima ha poco più del 10%, e dalla Cdp che, a sua volta ha il 35% della società di spedizioni.

Dopo aver mancato il bersaglio di Pioneer AM, messo in vendita lo scorso inverno da Unicredit e finito alla francese Amundi, il gruppo guidato da Matteo Del Fante potrebbe quindi trovare una strada alternativa per rafforzarsi nella gestione del risparmio degli italiani. All'orizzonte c'è la creazione di un polo da 170 miliardi di masse, il terzo in Italia dietro a al gruppo Generali (con 470 miliardi) e a Eurizon, Intesa Sanpaolo, (con 384 miliardi).

Il primo passo, sarà l'acquisizione di Aletti da parte di Anima per una cifra stimata intorno ai 650 e i 750 milioni. A vendere sarà il Banco Bpm che ne beneficerà in termini di patrimonializzazione. In seguito Poste Italiane conferirà BancoPosta Fondi ad Anima sgr, operazione attraverso cui salirà a una quota stimata tra il 21 e il 25% del capitale della nuova realtà del gestito. Si prevede infine che la stessa società di Del Fante giri alla sua capogruppo, la Cdp, una partecipazione del polo del risparmio compresa tra il 10 e il 15 %, liberando di conseguenza capitali che potranno essere destinati alla crescita. I tempi non saranno rapidi: difficile che si concluda prima della fine dell'anno. Ma a Piazza Affari i calici sono già alzati. Anima è balzata in alto del 6,1% a 6,8 euro, Banco Bpm, a cui fa capo Aletti oltre al 15% della stessa Anima, ha guadagnato l'1,1%, mentre Poste Italiane si è fermata a un +0,2 per cento.

«Operazione interessante» commenta Equita. La partecipazione della Cdp inoltre, per Intermonte, evidenzia la volontà politica di creare un campione nazionale, mentre per Equita la partita di giro tra Cdp e Poste consente al colosso della logistica di liberare risorse da destinare ad altri settori. Più in dettaglio, per gli esperti Anima vedrebbe i propri utili salire del 15% già dal 2018 con un prezzo di acquisizione di Aletti di 600 milioni.

Per Equita, infine, la sgr di Marco Carreri si finanzierebbe con 400 milioni di debito e 300 milioni di aumento.

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