Economia

Poste e Generali in pole per Pioneer

Unicredit (+4,3% in Borsa) riceve le offerte non vincolanti. Big esteri in campo

Cinzia Meoni

Si profila un testa a testa tra Generali e Poste Italiane per conquistare Pioneer, il colosso del risparmio gestito con oltre 220 miliardi di asset in gestione, messo in vendita da Unicredit dopo che le previste nozze con Santander Am sono sfumate lo scorso luglio. Ieri sera sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte non vincolanti, mentre per quelle vincolanti si dovrà attendere ottobre. Già giovedì comunque potrebbero emergere novità visto che è stato fissato il cda del gruppo di Piazza Gae Aulenti. In corsa ci sarebbero anche alcuni gruppi internazionali come Amundi, Allianz, Axa, Macquarie, Franklin e Aberdeen, anche se, a giudizio degli esperti, una soluzione «made in Italy» sarebbe caldeggiata dalle istituzioni considerando l'ammontare di titoli di debito pubblico custodito da Unicredit.

Generali ufficialmente non commenta, così come Poste e gli altri pretendenti coinvolti. Ma in Piazza Affari è iniziato il count down per la cessione che dovrebbe ridurre, significativamente, l'ammontare richiesto per la ricapitalizzazione del gruppo di Piazza Gae Aulenti. Dopo la frenata della scorsa settimana, in Borsa Unicredit ha così compiuto un rimbalzo del 4,3% a 2,05 euro, trascinando con sé il comparto: Intesa Sanpaolo +2,4%, Mediobanca e Bper +1,5%.

Unicredit punta a incassare almeno 3 miliardi dalla vendita del gioiello dell'asset management. L'operazione Pioneer andrebbe quindi a rafforzare la solidità patrimoniale del gruppo guidato da Jean Pierre Mustier (Intermonte calcola un aumento di 50-60 punti base sul Common equity tier 1), riducendo, di conseguenza, la necessità di capitale emersa in seguito agli stress test e stimata dagli esperti tra i 5 e gli 8 miliardi. Quello di Pioneer non è comunque il solo fascicolo all'esame di Mustier, nominato ad di Unicredit a luglio e al lavoro sul piano industriale da presentare entro fine anno. Potrebbero essere valorizzate anche FinecoBank (+2,3%) e Bank Pekao ma tutto dipende da quale sarà il disegno definitivo del piano.

I riflettori della Borsa si sono accesi in particolare sull'offerta di Poste Italiane (+0,6% a 6,11 euro). Il gruppo guidato da Francesco Caio sarebbe infatti pronto a rilevare Pioneer insieme alla partecipata Anima (di cui detiene il 10% del capitale) e al suo azionista di riferimento, la Cassa Depositi & Prestiti che di Poste detiene il 35 per cento. L'offerta sarebbe stata strutturata in modo da non pesare sul debito di Poste e quindi non penalizzare il rating del gruppo di Caio. In un recente studio Equita ipotizzava una successiva integrazione di Anima e di Pioneer in Poste Italiane e la conseguente creazione di un gruppo con circa 280 miliardi di masse in gestione, il terzo in Italia dopo Generali (che vanta 471 miliardi di attività) e Eurizon, gruppo Intesa Sanpaolo (con 364 miliardi).

Peraltro Ubs le nozze con Pioneer potrebbero mettere a rischio la politica di dividendi di Poste Italiane che si propone di distribuire l'80% degli utili, garantendo un rendimento superiore al 6%, mentre Anima grazie «alle attese di sinergie di costi» fondate sulla storia di successo del gruppo nell'M&A potrebbe beneficiane.

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