Economia

Poste scivola sui fondi e studia i rimborsi

In rosso quattro prodotti immobiliari venduti alle famiglie italiane. Giù il titolo: -1,4%

Poste scivola sui fondi e studia i rimborsi

Il titolo delle Poste Italiane ieri ha lasciato sul terreno l'1,41% a 6,3 euro. Il mercati teme gli effetti del danno reputazionale che potrebbe arrivare dalle forti perdite riportate da quattro fondi immobiliari collocati dal gruppo tra il 2002 e il 2005. Secondo quanto riporta un'inchiesta pubblicata ieri dal quotidiano La Repubblica, quando era amministratore delegato Massimo Sarmi sono state collocate quote di quattro fondi immobiliari, Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha.

Tali investimenti sarebbero stati ad alto rischio: il 31 dicembre scorso uno dei quattro fondi, l'Irs, ha chiuso i battenti e per gli investitori si tratterà di un vero e proprio salasso visto che avevano comprato le quote a 2.500 euro l'una mentre ora vengono liquidate a 390 euro. Il fondo - decennale - aveva come scadenza naturale dicembre 2013 ma è stato prorogato di tre anni per far fronte alla cattiva condizione del mercato immobiliare, evidentemente senza risultati. Invest Real Security è uno dei quattro fondi collocati da Poste Italiane fra il 2002 ed il 2005, prima quindi dell'entrata in vigore della Mifid che aggiornava, rendendole decisamente più stringenti, le regole nella comunicazione alla clientela dei rischi connessi ai prodotti finanziari. Fra il 2002 e il 2005 sono stati collocati sul mercato italiano circa 25 fondi immobiliari tutti mediamente con durata decennale. Molte delle principali banche hanno puntato su questo prodotto, distribuendo complessivamente sul mercato italiano diversi miliardi di fondi immobiliari al retail. Anche Poste lo ha fatto per circa il 10% del mercato dei fondi immobiliari di sgr terze. Sullo sfondo, ancora uno scenario macroeconomico favorevole e una diffusa percezione di solidità dell'investimento nel settore immobiliare. Fino al 2011 i fondi viaggiavano in linea con l'andamento del settore, avevano evidenziato mediamente performance positive e distribuito dividendi. Poi la crisi ha cominciato a mordere, i prezzi delle compravendite e degli affitti sono scesi con un effetto dirompente su chi aveva scommesso sul prezzo delle case. Il legislatore ha adottato misure «tampone» di sistema, introducendo la possibilità di posticipare di due anni la liquidazione dei fondi in scadenza a fine 2015, anche per una concentrazione significativa di casi: sono andati in scadenza di recente il fondo Olinda per Intesa, i fondi Bnl Portfolio Immobiliare e a fine anno il fondo Irs di Investire Immobiliare Sgr di Banca Finnat che ha collocato Poste.

La prossima patata bollente sarà poi il fondo Obelisco, che sarà in chiusura nel 2018. Oltre a Irs e a Obelisco anche il Fondo Immobiliare Europa 1 rischia di penalizzare i piccoli investitori visto che, secondo alcuni calcoli, dopo che è stato collocato nel 2004 avrebbe perso l'82% del valore delle sue quote. Ha una scadenza molto più lunga, il 2030, il fondo Alpha fermo restando, però, la facoltà per la società di porre in liquidazione anticipata il fondo. Per queste ragioni, secondo fonti della stessa società che ha agito in qualità di collocatore così come diverse altre istituzioni finanziarie di piccole e grandi dimensioni, Poste «sarebbe intenzionata a finalizzare ed avviare nel breve termine iniziative a favore dei clienti che hanno sottoscritto al tempo il fondo immobiliare Irs, scaduto il 31 dicembre scorso, con l'obiettivo di consolidare, ancora una volta, il rapporto storico che l'azienda ha con i cittadini, fondato sulla trasparenza, sulla fiducia e sull'affidabilità».

L'occasione per un primo giro di tavolo sulle forme del ristoro potrebbe essere il cda di inizio anno atteso per i prossimi giorni.

D'altronde, nel corso di un incontro di routine che si è tenuto con i consumatori a inizio dicembre, lo stesso amministratore delegato, Francesco Caio, si era impegnato, a trovare una soluzione al problema.

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