Economia

Renzi trova i due nuovi «sceriffi» Consob

Scelti un magistrato (Berruti) e un tecnico (Di Noia)

Dopo diciotto mesi finalmente il governo ha scelto i due commissari della Consob che ancora mancavano all'appello per completare l'organigramma del Garante dei mercati: si tratta di Giuseppe Maria Berruti e Carmine Di Noia, ha annunciato ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti definendo le nomine «di grandissima qualità, di altissimo profilo». Di certo, Palazzo Chigi ha impiegato molto tempo per trovarle. La Commissione che vigila sulla Borsa, era stata ridotta a tre membri dal governo Monti ma a giugno dell'anno scorso è tornata per legge a essere formata da cinque commissari. Poi, però, il presidente del Consiglio ne ha nominato uno solo, la docente di diritto commerciale Anna Genovese (il cui «padrino» era l'avvocato fiorentino Umberto Tombari, fondatore dello studio legale dove ha lavorato anche il ministro Maria Elena Boschi, nonché presidente dell'Ente CariFirenze), che si è affiancata a Paolo Troiano e al presidente Giuseppe Vegas (il cui mandato scade nel 2017). Per riempire le altre due poltrone, il 19 marzo scorso è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri un «avviso per la selezione pubblica» dei candidati che hanno dovuto farsi avanti online entro il 16 aprile per l'incarico settennale (non rinnovabile). Le domande sono state ben 158: alla chiamata avrebbero risposto dirigenti interni della Commissione e anche molti magistrati. Benché la selezione pubblica non fosse un concorso ma solo un modo per acquisire manifestazioni di interesse. Insomma, alla fine ha scelto comunque Renzi. In base a quali credenziali? Partiamo da Berruti: 70 anni, magistrato, arriva dalla Corte di Cassazione, dove è presidente della terza sezione civile e direttore del Massimario. Originario di Benevento, ha insegnato Diritto Privato, Industriale e del Lavoro all'Università Statale di Napoli e di Roma e alla Luiss. È stato per lungo tempo consigliere togato del Consiglio Supremo della Magistratura. Avrà piena fiducia del Pd, sostengono fonti romane, visto che nel giugno del 2014 era stato chiamato dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a guidare la Commissione sulla riforma del processo civile (ovvero la parte più importante varata da governo Renzi sulla giustizia). Una curiosità: porta la firma di Berruti anche una sentenza della Cassazione del 2011 che aveva condannato Consob al risarcimento del danno subito da un gruppo di risparmiatori, truffati tra il 1990 e il 1992 da una Società di intermediazione mobiliare (Sim), perché la Commissione è intervenuta soltanto tardivamente a sospenderne l'attività. «Con questa importante decisione la Cassazione fornisce ai risparmiatori uno scudo protettivo vero e proprio per pararsi dai colpi delle finanziarie truffaldine: la direzione è quella di fornire, ai più deboli, una tutela effettiva e non solo formale», aveva sottolineato il magistrato in quell'occasione. Più tecnica, invece, la scelta di Di Noia, 41 anni, che in Consob ha già lavorato dal 1995 al 2001, entrando nel Dipartimento economico e diventando responsabile dell'Ufficio informazioni mercati. Dopo è entrato in Assonime, l'associazione delle società per azioni, di cui è diventato vice direttore generale.

È anche nel cda di Borsa Italiana, componente dello stakeholder group dell'Esma (l'Autorità di vigilanza europea) e docente di Corporate governance alla Luiss di Roma.CC

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