Economia

Riforma fiscale, ecco i reati che verranno depenalizzati

L'elusione fiscale non costituirà più reato penale e si parla anche di depenalizzare le false fatture al di sotto dei mille euro

Riforma fiscale, ecco i reati che verranno depenalizzati

L'obiettivo è il tanto famigerato "Fisco amico". Per il prossimo Consiglio dei ministri sono attesi due decreti attuativi della riforma fiscale che ha già partorito il 730 precompilato: delle nuove misure è trapelata una bozza di cui è entrata in possesso l'agenzia Public Policy, che ne fornisce le prime indiscrezioni.

Il condizionale è d'obbligo fino a quando non sarà nota la versione ufficiale del provvedimento, ma le nuove direttive prevederebbero la depenalizzazione dell'elusione fiscale, "l'abuso del diritto" grazie a cui poter pagare meno tasse pur senza violare alcuna norma tributaria. Dall'entrata in vigore del decreto, spiega anche Il Messaggero, l'elusione fiscale non sarà più un reato. Per le imprese poste di fronte a diverse soluzioni tributarie, sarà possibile scegliere quella più vantaggiosa.

Non costituirà più reato penale nemmeno la falsa fatturazione per cifre inferiori ai mille euro, che verrà invece punita con una semplice sanzione amministrativa. Depenalizzato pure il mancato versamento dell'Iva per cifre superiori ai 50mila euro: per questa fattispecie di illecito, tuttavia, Il Giornale aveva già segnalato diversi casi di contribuenti assolti perché non erano riusciti a pagare l'Iva a causa della crisi economica.

Fra le varie novità, bisogna registrare inoltre che le imprese che sceglieranno di collaborare con il fisco saranno soggette a sanzioni più alte, in caso di irregolarità, rispetto a quelle che non opteranno per il cosiddetto "adempimento collaborativo" sotto la supervisione del fisco.

Tra i punti più controversi c'è infine il raddoppio dei tempi per l'accertamento tributario. La questione è un po' complessa ma vale la pena di spiegarla. Di solito, il fisco ha quattro anni per verificare eventuali irregolarità; c'è però una norma, voluta dall'ex ministro Vincenzo Visco, che raddoppia il termine in caso di reato penale. Ora, mentre nel decreto gli otto anni di tempo vengono concessi al fisco solo nel caso in cui la denuncia penale avvenga entro quattro anni, l'Agenzia delle Entrate chiederebbe la deroga per operare oltre questi limiti in alcuni casi specifici (ad esempio in presenza di nuovi elementi che riaprano le istruttorie).

Su questa e su altre questioni minori il dibattito tra fisco e governo è comunque ancora aperto.

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