Economia

Rischio fuga depositi da Etruria & C

Gli obbligazionisti: "Chiudiamo i conti". Nicastro replica: "Nessuna preoccupazione, banche solidissime"

Rischio fuga depositi da Etruria & C

I predatori che progettano di ingoiare le «nuove» Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti rimesse in piedi dal governo Renzi con una spesa da 3,6 miliardi a carico del sistema bancario, potrebbero trovare il banchetto meno succulento di quanto sperano. Dopo aver manifestato domenica disperazione e collera davanti a Montecitorio, alcuni piccoli risparmiatori traditi dall'azzeramento delle obbligazioni subordinate in loro possesso (più o meno 300 milioni di euro) sostengono infatti di aver iniziato a fare i bagagli e a trasferire i conti correnti in altri istituti o al Banco Posta. «Non sono preoccupato» per una possibile fuga dei depositi «perché penso e debba prevalere il buon senso», ha ribattuto il nuovo presidente delle quattro banche Roberto Nicastro che a febbraio avvierà l'asta per cederle al miglior offerente. Sarebbe interessate all'affare sia Cariparma, la controllata italiana del Credit Agricole, sia Ubi. La previsione è chiudere entro giuigno: l'incasso andrà alla autorità di risoluzione e quindi ritornato all'industria.I nuovi istituti sono «solidi e liquidi, sicurissimi» e i soldi disponibili «sono usati per i mutui famiglie e prestiti alle pmi. Sono un pezzo fondamentale di questi territori, per queste banche la ricchezza è lo sviluppo del territorio ma anche per i territori la salute delle banche è fondamentale», ha proseguito Nicastro. L'annuncio delle autoproclamate «Vittime del Salva-banche», supportate dalle associazioni dei consumatori, ha preso corpo dopo che il promesso fondo di solidarietà da 100 milioni (e quindi capiente per un terzo delle esigenze) per i risparmiatori più in difficoltà, è stato «parcheggiato» dalla Camera, rimandandone la discussione: un terzo, come atteso e regole europee permettendo, sarà finanziato dello Stato; il resto dalle banche. Approvato invece l'emendamento che inserisce il decreto salva banche nella legge di Stabilità.Aldilà del reale travaso di denaro, tutto da soppesare, resta l'ulteriore danno di immagine sia per Etruria & C, già a pezzi, sia per il resto dell'industria. Anche perché i consumatori, rimarcano che tutti i correntisti «sono stati spinti, ad acquistare obbligazioni subordinate». Quelle appunto falciate via dall'intervento del fondo di risoluzione.L'Unione europea ha previsto paletti «precisissimi e rigidissimi» per l'eventuale rimborso dei bond holder, ha proseguito Nicastro, ricordando che c'è un problema di divieto di ristorno nelle norme Ue che peraltro si accompagna a «un diktat europeo con una durezza senza precedenti». Sulla correttezza della vendita di questi bond in passato Nicastro aveva detto di «non essere in grado di dire se ci sia stata una informazione corretta».

Ma prima del 2007 e della Mifid era «diffusa convinzione avessero un rischio basso».MR

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