Economia

Ryanair lascia a terra 400mila clienti

Bruxelles pretende gli indennizzi. La società mette in conto un costo di 20-35 milioni

Paolo Stefanato

Ryanair è nella bufera per la cancellazione di 2.100 voli da qui a fine ottobre che coinvolgeranno circa 400mila persone già in possesso dei biglietti. Si tratta di uno dei disservizi programmati più importanti nella storia delle compagnie aeree, e sebbene il vettore irlandese minimizzi dicendo che quei 50 voli al giorno rappresentano solo il 2% dei 2.500 giornalieri, i disagi si abbattono su una clientela vastissima. Questa mattina il numero uno di Ryanair, Michael O'Leary, avrebbe dovuto incontrare i giornalisti a Malpensa ma la conferenza stampa è stata frettolosamente rinviata a data da destinarsi. È evidente l'imbarazzo di un confronto in questo momento rovente.

Fino a ieri non tutti i passeggeri coinvolti avevano ricevuto indicazioni perché l'attività di riprogrammazione era ancora in corso. L'elenco completo delle cancellazioni è rintracciabile sul sito della compagnia, ma ciascun viaggiatore a cui venga soppresso il volo sarà contattato direttamente, nel senso che in assenza di mail il proprio aereo dovrebbe decollare senza problemi. Le cancellazioni sono state previste soprattutto negli scali più grandi, dove un volo alternativo è più facile e i disagi inferiori.

La vicenda ha dell'inverosimile soprattutto per la mancanza di chiarezza nell'indicare le cause di questo colossale impasse, che ha e avrà un forte impatto sulla reputazione della compagnia. In un primo tempo era stata data come motivazione la necessità di recuperare i ritardi nell'operativo dei voli: la puntualità, scesa all'80%, deve essere riportata almeno al 90%, si è detto. Poi la compagnia si è scagliata contro i concorrenti che sottraggono piloti a Ryanair; il riferimento era a Norwegian, diventata famosa come low cost di lungo raggio, che ha attinto pare - a circa 140 piloti, comunque una minoranza. Infine lo stesso O' Leary che ieri mattina aveva tuonato contro i concorrenti in un incontro con gli analisti, ha fatto sapere attraverso un comunicato stampa che è tutta colpa delle ferie, di una programmazione malamente impostata delle assenze dal lavoro che hanno inceppato tutta l'organizzazione. Ma non si poteva forse liquidare le ferie in contanti? Va anche considerato che il personale di Ryanair non è trattato con i guanti bianchi, sia sotto l'aspetto normativo che sotto quello economico: non stupisce che un'offerta migliore invogli i più scontenti.

Dagli uffici della compagnia esce un'ulteriore precisazione. La legge irlandese avrebbe finora concesso di utilizzare le ferie entro la fine di marzo, mentre dal 2018 andranno contabilizzate tra gennaio e dicembre. Questo sbalzo di tre mesi deve essere riassorbito, e quindi nell'ultima parte dell'anno si sono accumulate ferie che prima potevano essere spalmate in un tempo più lungo.

Qualunque sia la ragione delle decisioni, la speculazione finanziaria si è concentrata ieri sul titolo Ryanair che ha perso alla Borsa di Londra il 2,39%, recuperando da minimi che hanno superato il 3%. Uno scalino così improvviso ha scatenato vendite pronte a essere monetizzate appena la situazione operativa si sarà ristabilita.

Sulla vicenda sono intervenute le associazioni dei consumatori e anche la Commissione Ue, il cui portavoce è stato chiaro. «Ci aspettiamo che Ryanair rispetti le regole europee sui diritti dei passeggeri». Va ricordato che in caso di cancellazione di un volo inferiore ai 1.500 chilometri (distanza entro la quale stanno la maggioranza dei voli Ryanair) il passeggero ha diritto, oltre alla riprotezione o al rimborso, anche a un indennizzo di 250 euro.

Se tutti i 400mila viaggiatori chiedessero tale risarcimento, il danno per Ryanair (o per le sue compagnie assicuratrici) sarebbe di 100milioni ma il vettore irlandese stima richieste che possono andare dai 20 ai 35 milioni.

Commenti