Economia

Saipem verso l'aumento 1,3-1,5 euro

La Borsa prevede un saldo sul «terp» del 35-40%, oggi l'ok Consob. E si parla già di un sconto per Fsi

Sofia FraschiniGrandi saldi in casa Saipem. Un cda fiume ha deciso ieri il prezzo, a sconto, dell'aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro che partirà la prossima settimana: in serata, quando questo giornale andava in stampa, non era stato ancora alzato il velo sulle cifre esatte, ma diverse fonti attendevano uno sconto sul Terp tra il 35% e il 40%. Secondo gli analisti sarebbero cosi emesse tra 2,2 e 2,7 miliardi di azioni, tra 1,3 e 1,5 euro ad azione. Un'operazione diluitiva, ma - d'altra parte - per il gruppo è quanto mai fondamentale portare a termine la ricapitalizzazione, che è un tassello cardine del riassetto, e invogliare alla sottoscrizione.Da giorni, poi, gli analisti avevano previsto questi ribassi. Attese riflesse nei corsi del titolo a Piazza Affari: dopo aver perso il 10% mercoledì, affossando la capitalizzazione a 2,5 miliardi, ieri in apertura Saipem non è riuscita a fare prezzo ed è entrata in contrattazione, per poi essere fermata di nuovo al ribasso, quando perdeva il 6,23% a 5,27 euro. Il conto finale riporta una chiusura in rosso a 5,29 euro (-5,87%). Stabilito il prezzo, in attesa che parta l'aumento il 25 gennaio prossimo, per terminare l'11 febbraio (i diritti di opzione saranno negoziabili invece fino al 5 febbraio), manca però ancora il via libera della Consob al prospetto informativo. Ok che potrebbe arrivare già oggi dopo un lungo scambio di documenti tra la oil company della galassia Eni e gli uomini di Giuseppe Vegas che lavorano alla definizione dei documenti dai primi di dicembre, quando è stata depositata la prima bozza del prospetto.L'esito dell'aumento non è a rischio, con il consorzio di banche che sovraintende alla ricapitalizzazione (Goldman Sachs, Jp Morgan, Unicredit, Banca Imi, Mediobanca, Citigroup, Deutsche Bank), ma il timing dell'operazione lascia qualche dubbio. D'altra parte i soggetti coinvolti hanno fretta di concludere con un prezzo del petrolio che giorno dopo giorno scivola sempre più in basso (ieri c'è stata una risalita poco sopra 29 dollari dai 26 toccati mercoledì) e con i conti finanziari in arrivo a fine febbraio che molto probabilmente saranno appesantiti da una revisione al ribasso dei target. Inoltre, per l'ad Stefano Cao, che da mesi lavora al riassetto per tentare di rilanciare la società, è quanto mai strategico portare a termine l'operazione che va a braccetto con una struttura patrimoniale rafforzata e che tagli il cordone con la casamadre Eni: contestualmente all'aumento avverrà il passaggio del 12,5% di Saipem da Eni al Fondo strategico italiano della Cdp. E anche qui potrebbero esserci sorprese visto che alcuni analisti credono che ci potrebbero essere motivi per richiedere uno sconto sul prezzo di Fsi a causa del verificarsi di un evento avverso significativo: i prezzi del petrolio sono infatti diminuiti del 45% rispetto all'inizio di novembre, quando è stato valutato la cessione del 12,5% a 8,3 euro. Non sarà facile uscire dalle secche in cui è finito il titolo negli ultimi anni (nel settembre 2012 sfiorava i 40 euro) dopo due profit warning, il crollo del petrolio e alcune commesse mancate, ma gli analisti sono anche convinti che il punto più basso sia stato toccato e che il titolo ora possa solo risalire.

Oil permettendo.

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