Economia

Il salvataggio Astaldi è al rush finale

Il titolo in Borsa ha recuperato quasi il 30% in attesa delle offerte. Il ruolo di Cdp

Il salvataggio Astaldi è al rush finale

Mentre il governo si divide sulla Tav, si riaccende il dossier sul salvataggio di Astaldi e la prima ad annusare aria di novità è la Borsa: in una settimana il titolo del gruppo di costruzioni ha recuperato il 27,5% raggiungendo i massimi da ottobre tra forti scambi.

Il gruppo dovrà presentare in tribunale il piano per il concordato entro il prossimo 14 febbraio e il mercato si attende novità a breve sul fronte delle offerte di Salini Impregilo e quella della giapponese Ihi. In pole position c'è il general contractor italiano di Pietro Salini, che sul dossier sta lavorando da tempo. Lo schema resta quello di una newco in continuità diretta con un ingresso in Astaldi attraverso un aumento di capitale non troppo ingente. A quel punto potrebbe intervenire anche la Cdp, che tiene accesi i radar anche perché è chiaro che il sistema delle grandi costruzioni italiano è in grave crisi. Già in passato, inoltre, la Cassa ha collaborato con Astaldi per i suoi progetti in giro per il mondo attraverso le controllate Sace e Simest. Sace, come fa con tutte le imprese che internazionalizzano, ha garantito parte dei finanziamenti bancari al general contractor, come emerge dai bilanci di Astaldi del 2016 e del 2015. Simest, invece, controllata al 76% da Sace e per il restante 24% dalle principali banche italiane e dalle associazioni imprenditoriali, ha acquisito lo scorso anno una partecipazione del 34% circa nel capitale della controllata statunitense Astaldi Construction Corporation. Un investimento da 7,5 milioni di dollari, «volto a sostenere la crescita di Astaldi sul mercato statunitense», spiegava il comunicato.

A far capire che l'attenzione sul dossier resta alta sono state le parole del presidente Massimo Tononi a Davos: «Siamo pronti a immettere risorse per il bene della nostra economia. Penso ad esempio al settore delle costruzioni, che sta vivendo un momento molto difficile; stiamo valutando le possibilità di intervento a nostra disposizione», ha detto lo scorso 25 gennaio facendo un esplicito riferimento al settore.

Anche gli istituti di credito verso cui il gruppo è esposto, Intesa Sanpaolo in primis, hanno spiegato più volte di vedere con favore una soluzione che aiuti anche l'economia reale. C'è poi l'idea del governo di sbloccare i cantieri per sostenere l'andamento del Pil che potrebbe, più in generale, ridare nuovo fiato al settore delle costruzioni.

Gli advisor starebbero sondando le principali banche per verificare la disponibilità a convertire parte dei crediti in capitale in aumento di capitale: Unicredit ha 386 milioni, Intesa Sanpaolo 339 milioni, Bnp Paribas 280 milioni per citare le principali.

A favorire gli acquisti in Borsa hanno contribuito le possibili novità provenienti dalla Turchia: Astaldi starebbe valutando con i partner turchi la vendita del 18% detenuto nel progetto da 7 miliardi di dollari per l'autostrada Istanbul-Izmir.

La società di scopo, che vede la partecipazione dei turchi di Nurol Holding, avrebbe avviato il «beauty contest» tra alcune banche internazionali per le attività di consulenza propedeutiche a una cessione.

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