Economia

Salvate il soldato artigiano

Salvate il soldato artigiano

L'ultima fotografia dell'Istat (rapporto 2018) è una brutta fotografia. Una percentuale, soprattutto, mi spinge ad un giudizio così netto: il calo di artigiani e operai (-16,2%). Mi soffermo sugli imprenditori artigiani.

L'Italia può permettersi questa morìa? No! Lo sta facendo, ne pagheremo le conseguenze. Anzi, le stiamo già pagando! L'imprenditore artigiano non è un ferrovecchio. L'artigiano è una ricchezza, una professionalità che comunica eccellenza. Nella sua bottega passa la cultura del fare bene. Non si tratta di essere nostalgici, romantici ad oltranza. Il calo dell'impresa artigiana è la sconfitta di un Paese che non riesce più ad investire sul meglio della sua storia. Al ministero dell'Economia cosa è stato fatto in questi anni per venire incontro alle esigenze degli artigiani? Nulla. Perché quel mondo così variegato ma molto serio non interessa, perché ininfluente secondo la mentalità delle solite relazioni di sponda. E poi, diciamola tutta: chi sta in quelle stanza non conosce i problemi di cui gli artigiani sono vittime: ultima ruota del carro, condannati all'irrilevanza. Peccato che la loro uscita di scena rappresenta un grave danno anche dal punto di vista sociale. Oltre che di scarsa lungimiranza economica. Gli artigiani sono i più tartassati dal fisco. Gli istituti di credito non li hanno certo in cima ai propri pensieri. Per la politica non sono una risorsa. Possibile che non si colga che dal loro destino passa anche il percorso di esperienza della futura manodopera votata all'eccellenza? Il giovane che impara il mestiere in una bottega innovativa, 4.0, è uno sguardo in avanti. Ci vuole uno specifico settore al ministero dell'Economia dove agiscano competenti della materia. Che vadano prima sui territori ad ascoltare gli artigiani. Perché se non li conosci, li trascuri. E la saracinesca si abbassa.

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