Economia

Sciopero e contratti, il governo studia l'offensiva d'autunno. Cisl: legge impropria e dannosa

Palazzo Chigi pensa ad una soglia di sbarramento sia per le trattative sindacali (5%) sia per gli scioperi (30%). Sindacati già sul piede di guerra

Sciopero e contratti, il governo studia l'offensiva d'autunno. Cisl: legge impropria e dannosa

Dopo il "Jobs act" il governo vuol mettere mano di nuovo sul lavoro, dai contratti agli scioperi. La conferma arriva dal sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta: "E' auspicabile - dice a Repubblica - che le parti sociali trovino l'accordo tra di loro. Certo, se questo non accadrà, diventerà inevitabile un intervento ex cathedra " dell'esecutivo. Il rappresentante del governo chiama in causa le parti sociali perché al momento la materia è delegata a sindacati e organizzazioni degli imprenditori. Renzi lo aveva promesso lo scorso giugno alle parti sociali. Ovvio, però, che se non si arrivasse da nessuna parte sarà necessario un intervento di Palazzo Chigi.

Al primo punto c'è da risolvere il nodo della rappresentanza: bisogna stabilire chi ha diritto di trattare e firmare accordi che, poi, riguardano tutti i dipendenti. Il governo intende porre in primo piano il concetto della effettiva rappresentanza dei sindacati, tenendo conto del consenso di cui godono nei luoghi di lavoro. Si parla di una "soglia di sbarramento del 5%" per potersi sedere al tavolo delle trattative. Se un sindacato ha un numero di iscritti inferiori al 5% dei lavoratori, non può sedersi a trattare. Ma come fare con esattezza questo calcolo? Dai dati Inps in teoria è possibile risalire al numero di iscritti (in base al versamento delle quote). Ma il dato deve essere fornito direttamente dalle aziende, e non è facile. Più facile basarsi sui risultati delle elezioni dei delegati sindacali. Comunque, al di là delle modalità di conteggio, escludere le sigle sindacali che rappresentano meno del 5% di iscritti vorrebbe dire eliminare molte piccole organizzazioni. Facile immaginare la protesta: così si lede la libertà sindacale. Altra idea: prevedere una soglia al di sopra della quale si deve andare per considerare valido un accordo. Ad esempio il 50% più uno dei lavoratori o dei delegati sindacali.

C'è anche un'altra questione, molto importante, forse la più importante: regolare il diritto di sciopero. Anche qui con una soglia di sbarramento. Basta, ad esempio, con le microsigle che, con uno sciopero indetto all'improvviso, bloccano intere città. "E' immaginabile - dice Damiano a Repubblica - che si possa stabilire una soglia di approvazione tra il 30 e il 40% dei lavoratori coinvolti". Più facile che questo limite possa arrivare per i dipendenti dei pubblici servizi, come gli addetti ai trasporti. Ma anche qui le resistenze sono forti.

Molto critica la leader della Cisl, Annamaria Furlan: "Se lo scopo è far ripartire la produttività in ogni azienda e territorio, allora non serve una legge, basta un’intesa tra le parti". Intervistata da Repubblica parla della possibilità che il governo disciplini il peso della rappresentanza sindacale. "Ritengo che una legge in questa materia sia impropria e dannosa. Se il governo vuole dare un contributo - dichiara - anziché inventarsi leggi tolga il peso del fisco sulla contrattazione di secondo livello. E in ogni caso non parta da solo.

Su temi così delicati, e propri delle parti sociali, chieda di incontrarci".

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