Economia

Se il Fisco vuol sapere il nome dell'amante

La voluntary disclosure, ovvero il rientro volontario dei patrimoni e dei capitali posseduti all'estero può metter anche in imabrazzo e magari rompere l'idillio di qualche coppia

Se il Fisco vuol sapere il nome dell'amante

La voluntary disclosure, ovvero il rientro volontario dei patrimoni e dei capitali posseduti all'estero può metter anche in imabrazzo e magari rompere l'idillio di qualche coppia. Per mettersi in regola col Fisco italiano bisogna dichiarare tutto e soprattutto non mentire sui conti all'estero. "Il vero choc è quando scoprono che devono compilare il cosiddetto Formulario A", racconta un noto tributarista al Messaggero. Si tratta del documento nel quale deve essere annotata la storia di ogni conto corrente sotto il profilo dei soggetti autorizzati ad operare. "Dalla lettura del Formulario, la cui produzione è obbligatoria ai fini della procedura", prosegue il noto tributarista, "emergono cointestazioni con gli ex coniugi, procure rilasciate ad amanti in anni passati e poi revocate". Ed è questo il nodo più duro da sciogliere per chi vuol far rientrare i capitali. Per evitare di essere scoperti dalle mogli, spesso per mantenerle i concittadini danarosi hanno usato conti all’estero sui quali avevano concesso procure ad operare in modo da consentire alle amiche di poter pagare case, macchine, e altro.

"Il punto è che chi accede alla procedura di rientro è obbligato a segnalare all’Agenzia delle Entrate tutti questi nominativi", aggiunge il tributarista. La cosa, insomma, crea qualche imbarazzo. Ma i documenti potrebbero tornare utili anche in cause di separazione o di divorzio.

Così come qualche coniuge potrebbe avere da ridire sulle ricostruzioni dei movimenti bancari, altro obbligo della procedura, che non di rado fanno emergere spese per viaggi, gioielli, alberghi, dei quali non si aveva conoscenza.

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