Economia

La seconda vita del gruppo Ing riparte dalle pmi

La seconda vita del gruppo Ing  riparte dalle pmi

Metamorfosi per Ing Group che si prepara a chiudere la ristrutturazione, a tornare a distribuire cedole (dal 2015) e a rilanciarsi come puro gruppo bancario (da conglomerato bancassurance quale era fino alla crisi del 2008). In Italia la società olandese punta a crescere e a diventare uno degli istituti finanziari di riferimento del Paese, grazie al completamento della gamma prodotti e alle nuove iniziative nelle pmi.
«Siamo nella fase conclusiva della ristrutturazione, il nostro programma di disinvestimenti per ripagare lo Stato olandese è quasi completo (Ing ha restituito 12,5 dei 13,5 miliardi dovuti) e siamo pronti a guardare avanti», dice Ralph Hamers, numero uno del gruppo, a Milano per la presentazione della nuova strategia che partirà da 32 milioni di clienti e da una presenza capillare (40 Paesi dal giusto mix di potenziale di miglioramento).
Quanto all'Italia, Ing, dopo aver attaccato il risparmio privato (Ing Direct è la prima banca online con oltre un milione di clienti), il gruppo punta a espandersi nei servizi alle imprese, nelle proposte di finanziamento e nelle iniziative commerciali anche entrando nel segmento delle pmi. L'obiettivo è quello di «triplicare il bilancio entro il 2017 con 500mila clienti in più», ribadisce Don Koch, numero uno in Italia. In dettaglio, da noi, entro il 2020, Ing si propone di raddoppiare la raccolta retail e commercial banking dai 15 miliardi attuali a 30; di raddoppiare gli asset retail attuali (8 miliardi); e di toccare quota 1-2 miliardi nelle attività dirette alle piccole e medie imprese.

Per ottenere simili risultati, Ing è pronta ad aggiungere ulteriori 150-200 milioni di investimenti destinati, nei prossimi anni, al nostro Paese rispetto a quanto già attualmente a budget e non svelato dal top management.

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