Economia

Il sindaco Tosi vuol lanciare l'Opa sulla finanza veneta

Nel mirino le poltrone di Cariverona Ma il vero obiettivo è Veneto Banca

Camilla ContiA Verona l'hanno già ribattezzata la «Tosi Spa». Società costituita per lanciare un'Opa sulle poltrone della finanza, non solo veneta. Il primo indizio è spuntato con la benedizione data dal governo alle nozze fra Bpm e il Banco Popolare, preferite al progetto alternativo che vedeva la fusione fra Milano e la bresciana. A pesare sarebbe stata la mossa del sindaco di Verona, Flavio Tosi, che con il movimento Fare! ha deciso di appoggiare il premier Matteo Renzi portandogli il voto di tre senatori risultati decisivi per bocciare le mozioni di sfiducia. E che il Banco abbia sede proprio a Verona non è solo una coincidenza. Il secondo indizio riguarda invece le grandi manovre già iniziate da settimane sulle nomine in Fondazione Cariverona, che è un ente di peso perché, oltre a erogare centinaia di milioni di euro sul territorio con un patrimonio netto di 2,25 miliardi di euro e un avanzo d'esercizio di 117,6 milioni, è anche azionista di Unicredit con il 3,46 per cento.Stamattina dovrebbe tenersi nella città di Giulietta un vertice fra Tosi e Paolo Biasi, che dopo ventidue anni si prepara a lasciare la presidenza della Fondazione, in vista della riunione del consiglio generale dell'ente che il 12 febbraio dovrà scegliere il successore di Biasi e i 7 membri del consiglio di amministrazione in scadenza. Il più accreditato a diventare direttore generale è Giacomo Marino, dirigente di Ubs e figlio di Maurizio Marino che fino ai giorni scorsi era dato in pole position per prendere il posto di Biasi.Ma l'inedito tandem Renzi-Tosi avrebbe già manovrato per assegnare una poltrona del Consiglio generale (rinnovato la settimana scorsa) a Lisa Ferrarini, il cui nome guarda caso era stato fatto settimana scorsa davanti agli eurodeputati da Silvio Berlusconi come volto nuovo da presentare alle prossime elezioni. Ma la diretta interessata si è dichiarata non disponibile, forse anche perché due giorni prima aveva incassato l'ingresso nella terna espressa dal Comune di Verona nel parlamentino dell'ente scaligero. Il vero obiettivo di Tosi sarebbe inoltre quello di fare rotta in un secondo momento anche su Veneto Banca, sfilandola al centro di potere che ruota attorno al governatore trevigiano Luca Zaia. E la famiglia della Ferrarini è uno dei grandi soci industriali di Veneto Banca pur non essendo veneta ma di Reggio Emilia dove l'omonima azienda produce salumi. Il sindaco punta dunque a fare da architetto ai nuovi equilibri di potere lungo l'asse Milano-Verona-Treviso anche perchè nel 2017 scade il suo secondo mandato come primo cittadino. La stessa ritirata della Fondazione Cariverona da Unicredit sarebbe funzionale a questo progetto: la partecipazione deve essere ridotta di 0,50 punti percentuali entro due anni per scendere sotto un terzo del patrimonio della banca, come previsto dall'intesa tra Acri (l'associazione delle fondazioni) e il Tesoro.

Ma questo non sembra proprio il momento di vendere perché emergerebbe una minusvalenza teorica di circa 1 miliardo.

Commenti