Economia

Slitta il vertice Usa-Cina sui dazi

Accordo in salita. E l'Ifo dimezza la crescita tedesca

Il presidente cinese, Xi Jinping, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non si incontreranno alla fine di marzo a Mar-a-Lago, in Florida, come anticipato nelle scorse settimane per porre fine alla guerra dei dazi che sta tenendo le Borse con il fiato sospeso. Ora viene visto più probabile un faccia a faccia non prima del mese di aprile. Lo riferiscono alcune fonti citate dall'agenzia Bloomberg. E la Cina avrebbe anche fatto pressioni per una visita ufficiale, invece che per un summit informale al solo scopo di firmare l'accordo sul commercio.

Trump aveva ribadito di non avere fretta di firmare un'intesa e aveva avvertito che avrebbe potuto anche non firmare un'intesa ritenuta non soddisfacente, come avvenuto con la Corea del Nord, il mese scorso, al summit di Hanoi, quando lasciò l'incontro con Kim senza un accordo sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina «vanno bene» e si stanno svolgendo tra negoziatori di «alto livello», ha detto ieri il presidente Usa parlando alla stampa dallo Studio Ovale, dove ha accolto il primo ministro irlandese. Trump non ha quindi voluto sbilanciarsi sull'intesa che metterebbe fine a una guerra a colpi di dazi: «Se ci sarà o no, non lo voglio dire». Di certo, lui ha ribadito che per la sua America vuole «un accordo grandioso».

La guerra commerciale frena la ripresa anche in Europa. Proprio mentre si addensano nuove nubi sulla Germania: l'istituto di ricerche economiche tedesco Ifo ha quasi dimezzato le previsioni di crescita della Germania per il 2019 dall'1,1% allo 0,6%, ma le ha aumentate per il 2020 dall'1,6 all'1,8 per cento. «Le attuali difficoltà nella produzione industriale tedesca - spiega l'Ifo - dovrebbero essere superate solo gradualmente. L'industria non riuscirà ad essere in gran parte il motore economico nel 2019. La domanda globale di prodotti tedeschi è debole, poiché l'economia internazionale continua a perdere slancio. Ma le forze motrici interne sono ancora intatte». Il numero di persone occupate dovrebbe continuare a salire, da 44,8 milioni dell'anno scorso a 45,2 milioni quest'anno e 45,5 milioni l'anno prossimo.

Il ritmo della crescita dell'occupazione sta rallentando.

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