Economia

Il Sole "rosso" di settembre preoccupa Confindustria

Perdite per 45 milioni e ricavi giù del 12% mettono a rischio l'aumento di capitale? E tra gli associati spunta il piano B

Il Sole "rosso" di settembre preoccupa Confindustria

Il «giallo» dei conti semestrali del Sole 24 Ore, diffusi poco prima della mezzanotte di lunedì nonostante il cda fosse finito già in tarda mattina, sembra sia stato dovuto a problemi informatici. Ma una volta visti i numeri, il ritardo è diventato motivo di varie illazioni. E il risultato finale è stata una giornata bollente per Confindustria e il suo presidente Vincenzo Boccia, che controlla il gruppo editoriale.

Il semestre si è chiuso con perdite nette per 45,5 milioni, in linea con i 44,8 che lo scorso anno fecero emergere definitivamente lo stato di difficoltà. Il patrimonio netto è ora negativo per 57 milioni. Certo, la composizione del risultato finale è oggi diversa: l'ad Franco Moscetti, al vertice dal novembre scorso, in questi sei mesi ha ridotto i costi operativi di 20 milioni (-19,6%), asciugato gli organici e migliorato le poste di bilancio, dall'ebitda (da - 14,7 a - 9,1 milioni) allo stesso risultato finale «corretto», sceso da -23 a -14 milioni. Ma tutti questi numeri assumono un significato positivo solo se «corretti», cioè calcolati al netto degli oneri non ricorrenti, legati alla ristrutturazione e pari a 21,2 milioni. Il problema è che tutto l'impianto è anche in balìa di ricavi in forte calo: dai 138,5 milioni dei sei mesi 2016, a quota 121,2 (-12,5%), a causa del calo di diffusione (-13,5%) e pubblicità. Un trend comune a tutto il settore editoriale, ma che nel caso del Sole rischia di mettere a rischio gli sforzi sul lato dei costi. Su questo punto l'ad Moscetti ha peraltro sempre detto che prima si sarebbe dedicato ai tagli e successivamente al rilancio dei ricavi. Per questo l'ad, a chi ieri gli chiedeva conto dei numeri, rispondeva di essere in linea con le sue aspettative, se non anche meglio, ricordando che nel secondo semestre entreranno in cassa i 40 milioni della cessione del 49% dell'area formazione.

Diverso è invece stato l'impatto nel mondo confindustriale, che alla vigilia di un aumento di capitale da 50 milioni, di cui 30 da parte degli industriali (quasi l'intero loro tesoretto), si aspettava numeri più belli. Non a caso è intervenuto lo stesso Boccia, a definire la semestrale «coerente» con il piano di Moscetti e a rinnovargli la fiducia. Molti associati di peso, invece, temono ora di sprecare le proprie risorse: «Con un patrimonio netto negativo per 57 milioni, l'aumento è già bruciato», dice qualcuno. Con il rischio di trovarsi al punto di partenza o addirittura di dover rinunciare al controllo del gruppo editoriale, per il quale ci sarebbero pronti diversi acquirenti.

Per questo in viale dell'Astronomia sta circolando l'ipotesi di un piano B: la colletta.

Il progetto, che avrebbe tra i promotori alcuni big del nord, è quello di una piccola tassa sulle associazioni territoriali e di categoria (o sulle 150mila imprese associate), che permetterebbe a Confindustria di tenersi stretto il Sole 24 senza dover chiedere aiuto a nessuno.

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