Economia

La Spagna fa quadrato per non perdere Abertis

Si cerca l'appoggio della Caixa e dei fondi esteri per una soluzione che tagli fuori Atlantia

Giovanni Castellucci
Giovanni Castellucci

La corrida spagnola per le autostrade di Abertis, contese dai conterranei Acs e dall'italiana Atlantia, sta entrando nella sua fase cruciale. La tensione è elevata, le indiscrezioni di stampa riportano di consigli di guerra volti ad ottenere l'appoggio di Criteria Caixa, il maggior azionista di Abertis con il 22,3% del capitale, e dei fondi internazionali per una soluzione tutta spagnola. Nel frattempo, la stampa iberica non manca occasione di paragonare l'operazione di Atlantia su Abertis alla conquista di Endesa da parte di Enel conclusa nel 2009 e definita allora da El Pais come «un fallimento politico ed economico» di Madrid. Uno «smacco» che continua a pesare sui politici spagnoli tanto che, pochi mesi fa, il ministro dell'Energia Álvaro Nadal aveva dichiarato in merito alle scelte di Endesa: «Si fanno gli interessi degli azionisti italiani sulla pelle dei consumatori spagnoli».

Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia, ha più volte cercato di smarcarsi dal raffronto. Ma la sensazione è che prenda forma il «No pasaran» di Madrid nei confronti del gruppo della famiglia Benetton che, lo scorso maggio, ha offerto per la rivale 16,3 miliardi (16,5 euro per azione in contanti o 0,697 azioni del gruppo italiano per ciascun titolo Abertis). A maggior ragione ora che Abertis ha trasferito la sua sede da Barcellona alla capitale spagnola.

I tempi poi stringono: a breve la guerra delle Offerte pubbliche di acquisto (Opa) concorrenti si trasferirà in Borsa. Entro il 6 febbraio l'Antitrust europeo si esprimerà sull'Opa lanciata da Acs-Hochtief lo scorso ottobre, dopo mesi di affannose ricerche di cavalieri bianchi in grado di affiancare il governo Rajoy nella difesa della natura iberica delle autostrade. Acs, tramite la controllata tedesca Hochtief, ha messo sul piatto 18,56 miliardi (18,76 euro per azione o 0,1281 titoli tedeschi per ciascuna azione Abertis). Entro il 12 febbraio è previsto il via libera della Consob spagnola al prospetto firmato da Florentino Perez, patron di Acs oltre che del Real Madrid.

A quel punto la palla dovrebbe tornare in mani italiane: il 21 febbraio Atlantia ha convocato un'assemblea che potrebbe deliberare un ritocco al rialzo dell'Opa, qualora l'offerta concorrente ricevesse tutti i via libera necessari. Ma non è finita. Da Madrid sono attese le disposizioni del ministero dell'Industria (per le autostrade) e del ministero dell'Energia, del Turismo e dell'Agenda Digitale (per Hispasat, i satelliti controllati da Abertis) in merito all'offerta di Atlantia. Ieri Íñigo de la Serna, ministro dell'Industria, ha detto che si deciderà a giorni. Fonti vicine al dossier italiano si dicono fiduciose nel merito della richiesta. Considerando che l'Opa di Atlantia ha già ottenuto l'avvallo delle autorità di Borsa e della Ue, la mancanza di semaforo verde di Madrid non dovrebbe pregiudicare l'operazione, ma non sarebbe un buon segnale.

E certo, l'appuntamento elettorale non rafforza la posizione italiana.

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