Economia

Stampella del governo per Carige

Arriva il decreto, sul tavolo una garanzia pubblica sui bond. L'opzione della Sga

Camilla Conti

Il governo scende in campo su Carige: alle 21 di ieri si è riunito il Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio da Giuseppe Conte e andato avanti fino a tarda sera. Secondo le indiscrezioni raccolte, mentre la riunione era in corso, l'appuntamento sarebbe servito per approvare una sorta di «garanzia» pubblica alle future emissioni obbligazionarie che l'istituto ligure potrebbe essere costretto a lanciare sul mercato per raccogliere liquidità.

La convocazione del Cdm è stata decisa dopo il primo round di incontri istituzionali tenuti ieri a Roma dai tre commissari straordinari di Carige - Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener - che hanno incontrato in mattinata il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, e poi nel pomeriggio i vertici del Fondo Interbancario dei Depositi. Sul tavolo del faccia a faccia con Tria, un'informativa sull'evolvere degli eventi alla luce del possibile intervento della Sga. Tanto che sempre ieri, prima del Cdm, era circolata l'ipotesi del varo di un decreto proprio per consentire il coinvolgimento della società del Tesoro nata come bad bank del Banco di Napoli che ha già rilevato i crediti deteriorati delle banche venete. E che ora potrebbe infatti acquistare una parte dello stock dei 2,8 miliardi (tra sofferenze e incagli) dell'istituto genovese. All'incontro ha partecipato anche il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, che è anche presidente della Sga. Di certo, l'asticella dei deteriorati va abbassata ancora se Carige vuole trovare marito.

I commissari ieri a Roma hanno incontrato anche i vertici del Fondo Interbancario: lo Schema Volontario del Fitd, ovvero le banche sane del sistema, ha sottoscritto l'obbligazione ibrida da 320 milioni che ha permesso di adeguare il livello di capitale dopo che il principale azionista, la famiglia Malacalza, ha fatto mancare il suo sostegno per varare un aumento di capitale da 400 milioni. Ieri è stata discussa la possibilità di ridurre il tasso di interesse che la banca deve pagare sul bond in mano al Fondo, considerando che la mancata ricapitalizzazione ha fatto scattare la clausola di incremento della cedola del bond al 16% dal 13% precedente, cioè 51 milioni di interesse annuo a carico della banca. Ma è difficile che il tasso possa essere rinegoziato. Gli aderenti allo schema volontario sono circa 140 e le maggioranze con cui votano richiedono il 95% dei voti, basati sui pesi che le banche hanno nel Fondo obbligatorio, ma che siano espressione di almeno il 50% degli aderenti. Carige o le autorità di Vigilanza possono comunque decidere di convertire in azioni il bond nel caso in cui il capitale «core» della banca scendesse sotto i minimi regolatori.

I commissari incontreranno oggi i sindacati: la Uilca minaccia uno sciopero con manifestazione a Roma in mancanza di una soluzione. Intanto, il dossier Carige è seguito con attenzione dal governatore della Liguria, Giovanni Toti: per domani mattina, nel salone di rappresentanza di Carige a Genova, è stata convocata una conferenza stampa per presentare una «partnership» tra la banca e la Regione «con riferimento al servizio di Tesoreria», si legge nell'invito.

All'appuntamento sono attesi, insieme a Toti, anche Innocenzi e Modiano.

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