Economia

Su Audi una tegola da 800 milioni

Pierluigi Bonora

Nuova tegola milionaria per il gruppo Volkswagen. Di mezzo c'è sempre il dieselgate. Ad andarci di mezzo, dopo l'arresto dell'ex ceo Rupert Stadler, è ancora il marchio premium Audi che ha accettato di pagare la maxi-multa pari a 800 milioni di euro imposta dal procuratore di Monaco di Baviera. La Casa dei quattro anelli, di fatto, riconosce «la sua responsabilità nello scandalo», si legge in una dichiarazione. Le conseguenze finanziarie saranno pesanti, visto che da Wolfsburg affermano che la sanzione avrà un impatto negativo sul risultato per il 2018, «riducendo in pratica il profitto annuale». Finora, il dieselgate è già costato al colosso tedesco oltre 27 miliardi tra richiami di veicoli e procedimenti giudiziari, tra cui una multa di 1 miliardo comminata, in giugno, dai pm di Brunswick. Gli inquirenti di Monaco precisano di aver «evidenziato carenze nell'obbligo di vigilanza», all'interno della società, «in relazione all'approvazione delle auto diesel, che non rispettano le norme».

Preoccupato per il futuro è il numero uno del gruppo Vw, Herbert Diess. «Noi e le altre Case tedesche - la frase riportata da Automotive News - abbiamo il 50% di probabilità di mantenere il ruolo di leader globali tra 10 anni a causa delle profonde trasformazioni che il settore sta vivendo».

Opel, intanto, passa al contrattacco dopo le accuse di aver falsificato i dati relativi alle emissioni diesel delle sue autovetture. La sede della Casa automobilistica, in Germania, è stata passata al setaccio dalla polizia. La replica della società, passata da poco sotto il controllo di Psa, non va per il sottile.

Vengono infatti respinte le accuse di manipolazione e si minacciano, allo stesso tempo, azioni legali.

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