Economia

Sui titoli delle banche italiane arriva il "coltellino svizzero"

Gli analisti del Credit Suisse hanno ridotto l'obiettivo di prezzo fino al 33%. Boom di vendite allo scoperto

Sui titoli delle banche italiane arriva il "coltellino svizzero"

Un allargamento prolungato dello spread sovrano e la stangata fiscale annunciata dal governo. Sono queste le due spade di Damocle che hanno spinto gli analisti del Credit Suisse a tagliare il giudizio sulle banche italiane. Anche sulle big dalle spalle abbondantemente larghe come Intesa Sanpaolo che i broker svizzeri vedono in Borsa a 2,3 euro, il 20,7% in meno rispetto ai 3 inizialmente fissati come target di prezzo.

Ancora più netta la riduzione per il Banco Bpm: dai 2,4 euro di agosto) a 1,7 euro, ovvero quasi il 33% in meno. Non solo. Nella nota diffusa ieri dal Credit Suisse ai propri clienti, vengono abbassate le stime sugli utili «core» del comparto per il 2018 del 2,7%, per il 2019 del 5,3% e per il 2020 del 5,2 per cento. Certo, il downgrade di Moody's fa paura così come c'è pessimismo per i voti in arrivo da parte delle altre agenzie. Se il rating dell'Italia scendesse sotto il livello investment grade (quindi a junk, spazzatura), il Cet1 ratio - ovvero l'indice di solidità patrimoniale - delle banche perderebbe ben 90 punti base. Fra l'altro, nota il Credit Suisse, le vendite allo scoperto sugli istituti italiani sono arrivate negli ultimi mesi a quasi il triplo di quelle sui titoli greci e ai massimi in Europa.

La reazione degli svizzeri, fanno però notare nelle sale operative, è precipitosa perchè basata su una sorta di processo alle intenzioni. Lo spread può sempre e l'effettiva portata delle misure fiscali annunciate dal governo si conoscerà solo con il testo finale della manovra vidimato dal Parlamento. Senza dimenticare che le banche italiane hanno già cominciato da tempo ad alleggerire la zavorra di Btp e soprattutto hanno ripulito i bilanci dalla montagna di sofferenze che pesavano per oltre 300 miliardi. Si è aperta la stagione dei saldi delle banche italiane, si chiedono gli osservatori più maligni, o semplicemente si sta cercando di attirare i patrimoni dei clienti spaventati nei caveau delle banche svizzere?

Di certo, ieri i titoli bancari sono andati ancora giù: Unicredit ha ceduto l'1,9%, Intesa lo 0,8%, Ubi il 2,1%, il Banco Bpm il 3,1 per cento. Le sorvegliate speciali del mercato restano Mps (ieri ha perso il 5,3%) e Carige (-1,9%). L'istituto di Rocca Salimbeni, secondo quanto riportato ieri dal Financial Times, starebbe sondando gli investitori per verificare quale potrebbe essere l'accoglienza di un bond subordinato qualora fosse stata costretta dalle authority europee ad emettere questo tipo di obbligazione, che rafforza il patrimonio ma presenta costi proibitivi nell'attuale contesto di mercato.

Il tema bond è, invece, già sul tavolo del consiglio di amministrazione di Carige che si riunirà oggi pomeriggio: l'operazione serve all'ad Fabio Innocenzi per ripristinare i requisiti patrimoniali entro fine anno. Quella di oggi, però, sarà con ogni probabilità una riunione interlocutoria rimandando le delibere attese a un nuovo appuntamento prima di fine mese.

Anche la scelta dell'advisor finanziario per esplorare un'eventuale aggregazione, come chiesto dalla Bce, verrà fatta più avanti.

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