Economia

Telecom perde la guerra in Brasile

Telefonica con 7,45 miliardi strappa a Vivendi l'esclusiva su Gvt. I francesi pronti a rilevare anche l'8% della società italiana

Telecom perde la guerra in Brasile

Ormai soltanto il Cade, l'Authority brasiliana per le tlc, può fermare Telefonica nella sua corsa egemonica al mercato del Paese sudamericano. Ieri, a sorpresa, Vivendi ha deciso di trattare in esclusiva con Madrid la vendita di Gvt per 7,45 miliardi, tagliando quindi i ponti con Telecom Italia. Le avance fatte dal gruppo di Marco Patuano hanno quindi fruttato a Vivendi un rilancio da 800 milioni rispetto alla proposta iniziale di Madrid. Ma il finanziere Vincent Bollorè, non pago, avrebbe chiesto ieri un rilancio anche a Telecom, che ha però declinato l'invito.

A quel punto Vivendi non ha avuto dubbi, dichiarando di essere pronta a trattare in esclusiva per la cessione di Gvt soltanto con Telefonica. Il negoziato si protrarra fino al 28 novembre (con il closing previsto a fine anno), ma l'operazione era vitale anche per il presidente spagnolo Cesar Alierta. Che, in caso di sconfitta, rischiava di perdere il posto. Il problema ora è con l'Authority brasiliana, che da tempo tiene Telefonica sotto osservazione. Una posizione destinata a peggiorare se Telecom dovesse decidere di vendere Tim Brasil, il principale concorrente di Vivo, l'operatore mobile di Telefonica, a Oi, che dovrebbe fare un'offerta.

Non c'è dubbio, comunque, che Alierta, se non ci saranno ulteriori colpi di scena, sia il vicitore della partita. E se Oi comprerà Tim Brasil e ne farà «spezzatino» tra gli altri operatori la sua opera sarà completa.

Inoltre l'aver neutralizzato il tentativo di Telecom Italia di rafforzarsi in Brasile gli permette di giustificare le perdite accusate dal gruppo spagnolo per l'ingresso nel capitale di Telecom. Quanto a Vivendi, messa alle strette da Telefonica che le ha dato solo un giorno per decidere, non ha avuto dubbi: meglio 7,45 miliardi di euro subito che aspettare domani per le sinergie con Telecom sui contenuti di Canal Plus.

L'offerta degli spagnoli si compone di 4,6 miliardi in contanti e il resto in azioni Telefonica Brasil o Telecom Italia. Il piano degli italiani invece passava da un'offerta inferiore per Gvt: 7 miliardi, di cui soli 1,7 miliardi in contanti e il resto pagati con il 15% dell'entità che sarebbe nata dalla fusione tra Tim Brasil e Gvt e il 20% di Telecom Italia. A favore degli spagnoli hanno poi giocato, secondo il comunicato di Vivendi, anche i minori rischi di esecuzione e impegni chiesti al gruppo francese. L'offerta di Telecom, infatti, prevedeva l'approvazione da parte di Vivendi anche di una clausola di uscita a favore del gruppo italiano nel caso di perdita di valore significativo di Gvt. Gli spagnoli sono stati preferiti dunque non solo per i 3 miliardi di plusvalenza, ma anche per le minori incertezze dell'operazione. I francesi considerano comunque attraente la prospettiva di acquistare titoli di Telecom Italia per accelerare lo sviluppo del business di Canal Plus sul mercato italiano. Lo ha detto il presidente del consiglio di gestione Arnaud de Puyfontaine, escludendo però la formazione di una «Telco 2». Un terzo delle azioni di Telefonica Brasil (12%) che saranno date a Vivendi potrà infatti essere scambiato con il 5,7% del capitale di Telecom (pari all'8,3% dei diritti di voto). A quel punto Telefonica uscirebbe dal gruppo italiano. Ieri Telecom ha chiuso in rialzo dell'1,33%: il mercato si attende sviluppi sulla vendita di Tim Brasil. Per Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, «la vittoria di Telefonica dimostra che il conflitto di interessi c'è ancora».

Asati raccomanda anche di non vendere Tim Brasil «se non con un riconoscimento del suo complessivo valore pari almeno a 15 miliardi di euro» e suggerisce un accordo con Oi.

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