Economia

Telecom, alla presidenza il francese de Puyfontaine

L'ad di Vivendi eletto a maggioranza, contrari i cinque consiglieri dei fondi. Recchi è vice

Maddalena Camera

Come da copione Arnaud de Puyfontaine è diventato presidente di Telecom Italia al posto di Giuseppe Recchi, con cui c'è quindi una staffetta. La nomina del top manager francese è però passata a maggioranza: contrari infatti i cinque consiglieri espressi dai fondi.

De Puyfontaine, che resta anche ad di Vivendi, è quindi ora presidente esecutivo di Telecom, che gli stessi francesi controllano con circa il 24% del capitale. Al top manager andranno tutte le deleghe di Recchi, che diventa vicepresidente, con l'eccezione della supervisione in materia di security e su Sparkle. Il cda ha inoltre proceduto alla costituzione dei Comitati. Di quello strategico fanno parte, oltre a de Puyfontaine e all'ad Flavio Cattaneo, i consiglieri Franco Bernabè, Dario Frigerio e Giuseppe Recchi. Nel comitato controllo e rischi ci sono Lucia Calvosa, Francesca Cornelli, Frèdèric Crèpin, Felicitè Herzog e Marella Moretti. Bernabè, ex presidente e ad di Telecom eletto in quota Vivendi come consigliere indipendente è poi diventato lead independent director. Infine, il board ha rivisto e ampliato, acquisito il parere favorevole degli indipendenti, l'ambito di applicazione della procedura per l'effettuazione di operazioni con le parti correlate, decidendo di equiparare Vivendi a una società controllante.

De Puyfontane, che ha ribadito l'impegno a lungo termine di Vivendi in Telecom, si è detto felice dell'incarico e conscio di poter contare su un team di «primissimo piano, in particolare Recchi e Cattaneo, che ringrazio personalmente».

De Puyfontaine dovrà vendere Persidera dato che l'Ue ha espresso un ok condizionato al controllo di fatto di Vivendi su Telecom, subordinandolo alla cessione della società dei mux tv, di cui l'ex monopolista ha il 70%. Il possibile acquirente potrebbe essere un fondo. Telecom dovrebbe cedere la società ad almeno 138 milioni, il valore di carico del suo 70%.

Quanto a Mediaset, di cui Vivendi detiene quasi il 30% i francesi dovranno decidere entro il 18 giugno la strategia da adottare per far fronte alle decisioni prese dall'Agcom che ha imposto un anno di tempo per scendere di quota in Telecom o nella società televisiva. Vivendi sulla decisione è pronta comunque a fare appello.

Il patron di Vivendi Vincent Bollorè sulla causa pendente con Mediaset ha dichiarato: «Difenderemo posizioni ma cerchiamo il dialogo».

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